Alimentazione
Taranto: cozze alla diossina. La Asl vieta la vendita
Vietata la vendita delle cozze del mar piccolo di taranto

Vietata la vendita di cozze provenienti dal mar Piccolo di Taranto. La disposizione è stata adottata dalla Asl di taranto poiché sono stati riscontrati alti livelli di diossina e Pcb-diossino. La decisione è stata confermata anche dalla Regione Puglia.
Le analisi si riferiscono a mitili prelevati a giugno. Sono sotto analisi mitili prelevati il 19 luglio. Potrebbero cambiare i risultati? Mah! E perché, se le fonti inquinanti restano ancora saldamente presenti nel territorio?
Agenzia radicale ricorda che già lo scorso gennaio furono rilevati valori simili:
13.5 picogrammi di PCB per grammo a fronte di un limite di 8: questo significa che mangiando 100g di cozze una persona di circa 70kg supera di 9 volte la dose di PCB giornaliera tollerabile. E l’uomo non è l’unico essere vivente a nutrirsi di cozze: orate e saraghi, di cui il Mar Piccolo è pieno, sono golosissimi di molluschi.
Ma secondo il tavolo tecnico della Regione Puglia non c’era da preoccuparsi perché le analisi non riguardavano campioni di cozze allevate. Ma le ultime analisi, quelle per cui è stato disposto il fermo della raccolta e commercializzazione riguardano proprio cozze di allevamento.
Circa un mese fa il Governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, a proposito dell’area industriale di Taranto tenne a precisare che la sua normativa antiodiossina approvata il 28 ottobre 2010 era la chiave di volta per la lotta all’inquinamento nel territorio di Taranto. In sostanza abbassava i limiti di diossine tollerate.
La soluzione proposta? Squisitamente politica. Spiega Agenzia radicale:
L’istituzione di un marchio di qualità per i mitili bivalvi (le cozze di Taranto) che si trovano in aree “idonee” nel Comune (ad esclusione di quelle brutte e cattive del mar Piccolo).
Via | Quotidiano di Puglia, Agenzia radicale
Foto | Flickr
