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EcoComunicazione

Da Yale un fondo di impatto ecologico per l’ecoinnovazione

Un nuovo modello per l’innovazione efficiente è stato proposto da Thomas Pogge, professore di filosofia e affari internazionali a Yale: un fondo di impatto ecologico che premia le aziende per le nuove ecotenolegie efficienti.


Thomas Pogge, professore di filosofia e affari internazionali a Yale, ha proposto la creazione, contro i finanziamenti a rischio, di un fondo di impatto ecologico, destinato a coprire le spese e i costi di ricerca e sviluppo delle ecoinnovazioni. L’idea sarebbe quella di finanziare le nuove ecotecnologie, premiando le idee più funzionali, creando così un modello per un’innovazione efficiente, che differisca dalla pratica odierna che è quella dei monopoli provvisori di concessione.

I monopoli si trasformano in diritti di esclusiva produzione per l’innovatore, con la conseguente disponibilità limitata di una tecnologia socialmente importante, che non sarà alla fine sufficientemente utilizzata. Ne sappiamo qualcosa anche in Italia: i brevetti, spesso depositati dalle grandi imprese, sono molto costosi così come il loro mantenimento e inibiscono la diffusione di nuove tecnologie.

Le piccole imprese preferiscono invece vendere subito le loro invenzioni e il fondo proposto da Pogge, autore anche del libro Povertà mondiale e diritti umani, ha un valore sociale elevato.

Gli innovatori, premiati da una giuria di esperti dei settori pubblico e privato, in base all’effetto ecologico della tecnologia e del suo relativo beneficio, riceverebbero dal fondo un ritorno economico, che gli garantirebbe di coprire i costi di ricerca e sviluppo e obbligherebbe in seguito le grandi imprese a rinunciare ai brevetti, con il conseguente costo di distribuzione più basso. Questo permetterebbe anche la distribuzione delle nuove tecnologie anche nei paesi delle economie emergenti dove le scelte per proteggere l’ambiente sono determinate soprattutto dai prezzi.

In fondo l’idea di Thomas Pogge, si basa sul fatto che in questo caso il denaro non proverrebbe solo dalla vendita del prodotto ma dall’uso effettivo dello stesso e dagli effetti sociali che ne scaturirebbero, premiando davvero gli innovatori e non le grandi organizzazioni. Un sistema insomma basato sugli effettivi risultati, anche se John Villasenor, della non profit Brooking Institution di Washington, ha subito sottolineato che il progetto su carta funziona benissimo, se non fosse che le persone sono facilmente sempre in disaccordo sulle scelte ed è dura prendere decisioni obiettive sul valore di queste tecnologie.

Sul fatto invece che le ecotecnologie, fattore chiave dello sviluppo economico sostenibile, generano prestiti, ricerca, posti di lavoro non si può discutere. Anche in momenti di crisi finanziaria le questioni ambientali non vanno sottovalutate e bisogna trovare un modo per coprie le spese delle ricerca e dello sviluppo di nuove tecnologie.

A questo riguardo, Hélène Blanchard, vicepresidente del Consiglio regionale Rodano-Alpi, responsabile delle politiche ambientali e della prevenzione dei rischi, nell’ambito del progetto ECREIN+ (progetto a supporto dell’ecoinnovazione) conclusosi nel 2007, ha sottolineato come le imprese soffrano della sindrome di mancanza di leggibilità delle modalità di sostegno, soprattutto finanziario, rivolto alle eco tecnologie innovative oggi. Sostegno che ha un’importanza strategica strategica se vogliamo trasformare le nostre regioni in territori di eccellenza ecologica.

Per i finanziamenti e i supporti della Commissione europea alle ecoinnovazioni, siamo invitati a scoprire le opportunità esistenti per la promozione dell’ecoinnovazione, come il piano d’azione ETAP, che intende migliorare le condizioni del mercato. Nell’ambito del progetto ETAP ci sono dei programmi comunitari che promuovono le teconologie ambientali nei settori, ricerca, sviluppo e finanziamento. L’invito è quello di presentare i progetti pilota di prima applicazione commerciale in materia di ecoinnovazione e vi è l’offerta di nuovi strumenti come il Settimo programma quadro di ricerca (2007-2013), o il Programma Marco Polo, rivolto ai progetti in ambito marittimo, ferroviario e vie navigabili. A proposito degli strumenti finanziari, a favore delle imprese innovative e a forte crescita, il SIC aiuta le piccole imprese ecoinnovative ad accedere ai finanziamenti.

Via | New York Times
Foto | Flickr

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