Aerei
Quote emissioni CO2 per il settore aereo: divampa la polemica fra UE e ICAO

Più volte su Ecoblog, abbiamo parlato delle quote di di CO2, ovvero di quel sistema ideato e messo a punto dall’Unione Europea che assegna ad alcuni settori produttivi (produzione elettrica, industria pesante) un tetto alle emissioni di anidride carbonica. Il fine ovviamente è quello di stimolare i settori stessi ad investire in tecnologie di produzione più pulite onde evitare di ricorrere ogni anno all’acquisto di permessi di emissione e, in caso di mancato acquisto di questi, in sanzioni pecuniarie.
Alle numerose polemiche che su questo meccanismo si sono succedute negli anni (l’ultima delle quali qualche mese fa da parte degli Stati Uniti), sono arrivate nei giorni scorsi anche quelle feroci da parte dell’ICAO (l’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile) a suo dire critica con l’Unione Europea la quale, avendo assoggettato agli obblighi (a partire dal 2012) anche le compagnie aeree non del vecchio continente, avrebbe creato una frattura non di poco conto fra i vettori europei ed extraeuropei. L’UE non ha però intenzione di fare passi indietro sul nuovo sistema che entrerà in vigore dal 2012 e preme invece per un accordo su questo fronte a livello globale, che però stenta a decollare proprio per la reticenza dell’ICAO.
In parole povere l’Ue vorrebbe che le compagnie extraeuropee venissero obbligate a rispettare delle regole sulle emissioni, magari anche con sistemi diversi rispetto al mercato di emissioni di CO2 adottato in Europa, ma comunque in modo da responsabilizzare tutti ad investire per un minor impatto ambientale nel settore aereo senza inficiare la libera concorrenza e la competitività del settore. Qualora questo invito non venisse accolto, tutti i vettori che atterreranno in suolo europeo si troveranno a dover seguire le regole dell’Unione Europea e quindi assoggettati alle regole; ciò significherà naturalmente che anche per le compagnie extracontinentali vi sarà un aggravio di spese.
Basterà il muso duro dell’Europa? Domanda di difficile risposta se consideriamo ovviamente la complessità della questione, nella quale vi sono in gioco interessi economici di notevole entità. D’altra parte è altrettanto semplice capire che se non ci si adegua in tutto il pianeta ad un sistema standard, saranno proprio le compagnie aeree del nostro continente ad avere la peggio da un punto di vista economico.
Il settore aereo infatti non è ancora pronto, rispetto ad altri, a nuove tecnologie a più basso impatto ambientale, essendo queste (come abbiamo visto anche su Ecoblog) ancora ad uno stato immaturo. Detto ciò, la strada più facilmente percorribile dalle compagnie, almeno per il primo periodo, non potrà che essere quella dell’acquisto dei titoli di emissione cosa che, come è abbastanza facile intuire, determina un surplus enorme nei costi di gestione. Il problema è quindi alquanto complesso: staremo a vedere gli sviluppi di questa intricata faccenda.
Via | Ec.europa.eu
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