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Agricoltura

Land grabbing : fame e distruzione degli ecosistemi

Il land grabbing (l’accapparramento delle terre) uccide il diritto a produrre delle popolazioni locali. Ad affermarlo, le onlus Terra Nuova e Crocevia all’indomani di una conferenza sul tema tenutasi in Mali e fortemente voluta dalle organizzazioni contadine africane.

Attualmente, è in atto una vera e propria espoliazione di terre fertili da parte di multinazionali e governi nei Paesi del sud del mondo. Il fenomeno, però, riguarderebbe anche il nostro Paese.

I terreni confiscati alle popolazioni rurali da aziende e corporazioni servono in genere per la produzione di bio fuel, in modo da agevolare il passaggio a quella “mobilità sostenibile” prevista dalla Commissione Europea entro il 2015. Altre volte, la terra serve ad andare incontro alle richieste alimentari degli Stati più ricchi. Il metodo di coltivazione previsto, in ambedue i casi, è quello della monocoltura che depaupera il suolo e rilascia quantità ingenti di pesticidi. Con grosse ricadute in termini di preservazione degli ecosistemi e tutela della biodiversità. Le popolazioni locali, intanto, vengono private dell’accesso alla terra e ingrossano le sacche della popolazione affamata del pianeta.

Ma gli effetti del land grabbing possono anche essere più immediati come testimonia una notizia apparsa in questi giorni sul sito del CNCR (Conseil National de Concertation et de Coopération des Ruraux – Organizzazione nazionale contadina del Senegal – ): la morte di una persona nella comunità rurale di Fanaye, nel nord del Senegal, e il ferimento grave di altre 21 durante una manifestazione della comunità contadina contro il Consiglio Rurale che aveva arbitrariamente, e senza interpellare la popolazione, ceduto oltre 20.000 ettari di terra a una società a partecipazioen italiana per la produzione di bio etanolo.

Il malcontento, intanto, cresce parallelamente alla riduzione in termini di qualità e quantità dei terreni agricoli a causa dei cambiamenti climatici. Ovunque le organizzazioni contadini si stanno mobilitando.

Laddove il landgrabbing colpisce, si assiste sempre ad una rimozione forzata delle produzioni locali, modificando profondamente il sistema agrario e riducendo drasticamente il circuito commerciale dei prodotti alimentari nel mercato interno. Tutto ciò mina profondamente non solo la capacità di generare reddito dell’agricoltura familiare ma rende anche l’allevamento, basato tradizionalmente sul pascolo nelle terre comuni, impossibile. I conflitti sull’uso delle terre agricole rapidamente diventano violenti. E le responsabilità sono di tutti i paesi industrializzati. Italia compresa.

via | comunicato stampa

Foto | Flickr

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