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Mobilità sostenibile, da Caserta la conferma: siamo all’anno zero
la mobilità sostenibile è una necessità sanitaria: smettere di usare autovetture di ogni genere significa rendere l’aria delle nostre città più respirabili.

Sono stata ieri pomeriggio all’incontro Muoversi green organizzato da Francesco Apperti consigliere comunale del gruppo Speranza per Caserta e dedicato alla mobilità sostenibile. Presenti Angelo Bonelli Presidente nazionale dei Verdi, Vincenzo Cenname sindaco di Camigliano (il comune sciolto perché si rifiutava di versare le quote della TARSU alla Provincia NdR) e federato con i sindaci della buona amministrazione, Luigi Maffei Assessore Grandi Opere, Trasporti, Mobilità, Innovazione Tecnologica Provincia Caserta nonché ingegnere e docente universitario e Gerry De Concilio, imprenditore del cicloturismo avendo fondato That’s amore che propone mete cicloturistiche in Italia.
L’osservatorio è inevitabilmente quello meridionale anche se il ragionamento sarà poi dipanato su scala nazionale e europea. Ribadisco l’inevitabilmente. Perché le leggi sulla mobilità, ovviamente, riguardano tutti: grandi e piccoli comuni a nord come al sud della Penisola. Ma è noto siamo in epoca di tagli ai trasporti pubblici e le amministrazioni rispondono come sanno e non come possono. La dove vi è cultura del territorio e dell’ambiente avviene che vi sia la risposta più saggia e funzionale; la dove la cultura dell’ambiente è inesistente avviene la messa in atto degli scempi ai danni del territorio con le tragedie annunciate.
Dunque, la sala del convegno era praticamente vuota. Il sindaco di Caserta Pio del Gaudio ha salutato privatamente e non ufficialmente gli intervenuti ed è scappato via. Tutto il contesto la dice lunga sul grado di cultura e sensibilità riservato al momento alla mobilità sostenibile. Sarà che già di per se il termine non è chiaro, forse meglio il binomio coniugato dai francesi: mobilité durable, che dona effettivamente il senso della compiutezza e dell’espandersi nel tempo e nello spazio di un vantaggio grazie alla parola durevole. Comunque, cultura che al momento è praticamente assente nel meridione come anche nel settentrione, non fosse altro che per alcune isole felici.
Esempio? A Milano si preannunciano 3 giorni di stop al traffico (forse si forse no: le modalità sono ancora in atto, ma certo è che già si sono sforati i limiti di PM10 imposti dalla Ue). Detto ciò va chiarito che l’inquinamento è sopratutto un emergenza sanitaria, se è vero, com’è vero che ogni giorno nella sola Lombardia ci sono 73 ricoveri e che all’anno muoiono circa 8000 persone. Per non parlare delle malattie respiratorie collegate, in primis bronchioliti e che interessano i bambini così come dichiararono gli stessi pediatri dei nosocomi milanesi.
Il dibattito vira sulle auto elettriche si auto elettriche no. Di certo le autovetture anche quelle alimentate da idrocarburi consumano meno e promettono di emettere sempre meno smog. Ma purtroppo non basta se una city car, qualunque sia la sua alimentazione, continua a pesare 2 tonnellate per muovere una persona di 70 Kg. C’è proprio qualcosa che non va. Perché non avere auto più leggere, si chiede Maffei, che consumano meno e emettono ancor meno se comunque in città viaggiamo a velocità che vanno al di sotto dei 30 Km/h? Auto elettriche a patto che ci siano batterie poi facili da smaltire; le auto a metano forse spostano solo in avanti il problema; forse una prima risposta potrebbe essere il car sharing, ma vai a convincere le persone a non disporre di un’autovettura propria. Insomma gira e rigira se a fronte di soluzioni o di transizione o definitive una qualche risposta c’è, quel che manca è proprio la cultura della mobilità green. Che fare? le risposte sono molteplici ma sostanzialmente è necessario che i cittadini siano parte attiva della rivoluzione culturale richiesta: basta usare autovetture quando queste non sono necessarie. Esempio: Caserta è una città pianeggiante di circa 3Km x 3Km e dunque che senso ha prendere una vettura come un Suv per andare da un punto all’altro?
In media trascorriamo in un autovettura circa 4 anni della nostra vita, per viaggiare a una media europea di 28Km/h pagando annualmente tra i 5mila e i 12mila euro. A ciò includiamo le malattie di cui sopra. Ora viene da chiedersi se non rientriamo tra i 5 casi della stupidità umana redatti da Carlo M.Cipolla. In molti di voi, amati lettori, storceranno il naso rimandando al mittente delle istituzioni e amministrazioni locali la responsabilità di progettare, pontificare, pianificare soluzioni. Yes! Avete, abbiamo ragione. Ma qui, mentre si discute sul chi debba fare il primo passo, accade che per ogni necessità andiamo in garage e prendiamo la nostra vettura.
Nel mentre due parole buone arrivano dall’assessore provinciale Maffei che spiega come a fronte di un deserto sulla pianificazione dei trasporti e nonostante i tagli, Caserta è una di quelle provincie ad aver risposto meglio e approfittando dei soldi in meno ha tagliato doppie corse o corse inutili, ottimizzando, come si suol dire. Piano dei trasporti dal 1° gennaio 2012 con incentivi anche per i 900 dipendenti provinciali che avranno un bonus sugli abbonamenti se lasceranno a casa l’auto.
Infine, come possiamo rompere il circolo vizioso del chi inizia per primo? I miei 2 cent: ho invitato i politici presenti a lasciare nei garage, almeno per 1 giorno le loro auto blu e di iniziare a girare in città con le bici blu, auto elettriche, blu, monopattini blu, mocassini blu . Magari lo facessero anche i vigili urbani e qualche carabiniere o poliziotto (qui una bella carrellata di immagini di forze dell’ordine in bicicletta). Vuoi che partendo dall’alto il buon esempio, si possa espandere anche tra la gente?
Foto | Francesco Apperti su Fb
