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L’insostenibile inferiorità del pedone

L’emarginazione culturale e fisica del pedone in Italia.


Luca Madiai su Decrescita felice spiega perché non ringrazia mai gli automobilisti che gli “lasciano” attraversare la strada:

Non lo faccio per mancanza di educazione, per arroganza, per pigrizia o per dimenticanza. Lo faccio esclusivamente come espressione di una disobbedienza civile, come gesto sovversivo. Allo stesso modo il mio andare in bicicletta a lavoro è identificabile maggiormente come atto rivoluzionario in termini culturali-politici piuttosto che con motivazioni prettamente ecologiche ed economiche.

In altri Paesi, i pedoni sono trattati con più rispetto. In Italia lo spazio che gli viene concesso è misero, molte strade non hanno nemmeno un marciapiede ma lo spazio per parcheggiare si ritaglia sempre. Tutto è subordinato alle auto. Scrive Madiai:

Lo spostamento è concepito solo su mezzi motorizzati: loro hanno la precedenza sempre e comunque, loro delineano i tratti caratteristici delle città, a loro sono sacrificati le strade, le piazze, i monumenti, i giardini, a loro viene dato immenso rilievo nelle campagne pubblicitarie.

Condivido. Perché ringraziare gli automobilisti? Alcuni rallentano all’ultimo momento spazientiti quando ti vedono sulle strisce come se ti facessero un favore: si sentono i padroni della strada. Ringraziamo i pedoni piuttosto: perché non inquinano, perché camminando sono più sani e non pesano sulle spese sanitarie pubbliche, perché non fanno rumore e non sono mai un pericolo per la sicurezza degli altri.

Foto | Flickr

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