Inquinamento
Pirolizzatori al posto degli inceneritori

All’ENEA stanno studiando una nuova forma di elimiazione dei rifiuti basata sulla pirolisi.
In pratica si tratta di degradare termicamente dei materiali in assenza o scarsità di ossigeno.
Angelo Moreno, ricercatore dell’Enea, afferma che ”con particolari accorgimenti tecnici come l’utilizzo di un particolare tipo di forno e l’assenza totale di ossigeno, la pirolisi può raggiungere punti di eccellenza, quali la totale assenza di diossine e furani, oltre ai fumi con le polveri”.
Dai residui della pirolisi si estraggono combustibili per turbine a gas o per motori diesel che, in parte alimentano il funzionamento dell’impianto e in parte vengono trasformate in energia da immettere nella rete.
La pirolisi riesce a trasformare in combustibile gassoso il 70% in massa dei rifiuti immessi, senza bisogno di eliminare prima l’umido, come avviene per i termovalorizzatori. Il restante 30% della massa dei rifiuti pirolizzati, in forma solida, può essere ulteriormente bruciato o avviato ai cementifici. In pratica, di quel che entra in un pirolizzatore il 90% viene utilizzato e il 10% finisce in discarica.
Il costo per realizzare un pirolizzatore è pari a quello per la realizzazione di un termovalorizzatore. Ovviamente, non ci sono molti pirolizzatori in giro perchè chi ha costruito un inceneritore vuole guadagnarci il più possibile prima di cambiare attività e adottare le novità.
» I pirolizzatori su Formiche.net
» La pirolisi sulla wikipedia
» La pirolisi sul CorSera
