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Agricoltura

Vittorio Sgarbi fa adottare caprioli

Il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha deciso che i caprioli sono belli. Sono troppi, hanno deciso di abbatterne 600, ma sono anche troppo belli per finire nel bagagliaio dei cacciatori. Vittorio Sgarbi ha lanciato una campagna nazionale di adozione di caprioli dalle pagine della Stampa.

Qualcuno sta già aderendo. Gente che magari ha visto Bambi (che era un cervo, non un capriolo!) e che pensa di poter allevare caprioli in giardino. Signori, un capriolo (Caprolus capreolus L. )non è una tartaruga. Ha bisogno di spazio, di altri caprioli (le femmine vivono in piccoli gruppi a cui, d’inverno, si aggiungo anche i maschi) e di un permesso speciale della forestale.

Il problema è che i caprioli sono davvero troppi ( 9.000 ) e ne è stato autorizzato l’abbattimento di 600 nell’Appennino alessandrino. Recentemente sono stati pagati 30.000 Euro di danni agli agricoltori della zona.

Tra gli animalisti di Alessandria qualcuno propone di dar la pillola anticoncezionale alle capriole. Flavio Speranza di Legambiente Tortona mi sembra un pochino più ragionevole quando osserva: “Il numero di questi animali sembra essere cresciuto all’improvviso. Serve un maggiore controllo al momento del ripopolamento. Gli agricoltori prima avevano paura del lupo e della volpe, che si sono quasi estinti, ora del daino e del capriolo, che si moltiplicano non avendo più i predatori. Si buttano via tanti soldi per ripopolare e altrettanti per abbattere”.

Insomma, qui si tratta di equilibri naturali. Il problema non dovrebbe essere risolto salvando l’animale più “carino” solo perché fa tenerezza. Si dovrebbe dare priorità all’ambiente e lasciare che le persone competenti facciano il loro lavoro. Capisco le emozioni e rispetto chi regala tempo ed energie agli animali, ma preferirei che le emozioni non siano l’unica luce che fa prendere delle decisioni sulle questioni ambientali.
Se Sgarbi avesse le competenze naturalistiche e la disponibilità di boschi privati per adottare un capriolo, ben venga, ma se non li avesse, preferirei sentirlo parlare di quadri. E’ meraviglioso quando parla d’arte.

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