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Giornata Internazionale della Montagna: chiave per un futuro sostenibile

850 milioni di persone vivono in zone montane, spesso in condizioni di marginalità economica e sociale. Le buone pratiche di sostenibilità apprese nel corso dei secoli nelle regioni di alta quota sono messe a rischio dai cambiamenti climatici e dalla crescita demografica

La montagna non è solo sci, trekking e turismo, ma è un’ecosistema di fondamentale importanza per il pianeta visto che le regioni sopra i mille metri occupano un quarto delle terre emerse.  A causa dei numerosi climi che si alternano lungo la loro espansione verticale rappresentano uno straordinario tesoro di biodiversità, tutelato da oltre 500 riserve naturali in più di 100 nazioni.

Nel promuovere la giornata internazionale della montagna, le Nazioni Unite ci ricordano l’importanza delle alte quote per tutta l’umanità: le zone montane sono il serbatoio del mondo, visto che provvedono acqua dolce per oltre metà dell’umanità, sia per l’irrigazione (pensiamo all’Egitto o al Pakistan), sia per l’approvvigionamento idrico di grandi metropoli come New York, Rio De Janeiro, Tokyo e Nairobi. La disponibilità di acqua e di grandi dislivelli fanno sì che siano soprattutto le regioni montuose a fornire l’energia idroelettrica.

Le montagne sono la dimora di 850 milioni di persone, il 12% circa della popolazione mondiale.  Questi popoli hanno imparato generazione dopo generazione a sopravvivere in un ambiente più avaro della pianura e della collina, affrontando i pericoli naturali e sviluppando un uso sostenibile del loro territorio.

Agricoltura, pascolo e utilizzo del legname sono stati condotti in genere in equilibrio con l’ambiente, evitando l’erosione dei terreni e la deforestazione. Sono tra l’altro originarie di zone montane alcune delle più importanti piante che sfamano l’umanità: mais, pomodoro, patate, orzo, mele, tè e caffè.

Tuttavia i cambiamenti climatici e la crescita della popolazione stanno esasperando le difficoltà tipiche dell’ambiente montano aumentando la vulnerabilità ai disastri. Soprattutto in Asia e in America Latina, le popolazioni di montagna sono tra le più povere e svantaggiate del pianeta, soffrono di marginalizzazione politica, sociale ed economica ed hanno scarso accesso ai servizi scolastici e sanitari.

Anche se all’insaputa dei più, la Repubblica Italiana è parte della Mountain Partnership associazione volontaria promossa dall’ONU per creare scambi e gemellaggi con aree più svantaggiate. Le esperienze di “buon governo” del Trentino-Alto Adige e in misura minore della Valle d’Aosta, potrebbero essere un buon modello per lo sviluppo sostenibile di aree montane marginali in Asia Centrale e sulle Ande.

Il problema riguarda anche l’Europa, perchè nella regione alpina esistono comuni più forti, in crescita demografica ed economica e comuni più deboli, dove la polazione è calata nel decennio trascorso.

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