Seguici su

Inquinamento

ILVA: due giorni di sciopero, i Riva restano agli arresti domiciliari

Caso Ilva: restano agli arresti domiciliari i Riva. Intanto cresce la tensione tra gli operai a Taranto: dai sindacati indetti due giorni di sciopero. Anche Clini torna sulla questione.

17.28: Restano agli arresti domiciliari Emilio e Nicola Riva, ex presidenti dell’ILVA e Luigi Capogrosso, direttore dello stabilimento siderurgico fino a giugno scorso. Il gip di Taranto Patrizia Todisco ha infatti respinto la richiesta di libertà avanzata dai legali. Intanto la Fim e la Uilm hanno indetto due giorni di sciopero degli operai a partire da domani. Clini ha commentato il no della Todisco spiegando che:

Chiederemo all’ILVA di cominciare a rispettare adesso, con 4 anni di anticipo, quanto sarà stabilito nell’Autorizzazione Integrale Ambientale, per l’adeguamento degli impianti di Taranto, che stiamo completando in questi giorni.

14.25: Il Gip di Taranto Patrizia Todisco, come previsto, ha detto no al piano di risanamento ILVA avanzato dall’azienda ed al mantenimento della produzione minima:

Con amarezza dobbiamo rilevare che nel piano ILVA si impegnava ad effettuare lavori per risanamento che in realtà erano già negli atti di intesa del 2003-2004, evidentemente non rispettati. Non c’é spazio per proposte al ribasso da parte dell’ILVA circa gli interventi da svolgere e le somme da stanziare. I beni in gioco, salute, vita e ambiente e anche il diritto a un lavoro dignitoso ma non pregiudizievole per la salute di alcun essere umano, lavoratore compreso, non ammettono mercanteggiamento.

Protesta operai Ilva incatenati in cima ad altiforni Protesta operai Ilva incatenati in cima ad altiforni Protesta operai Ilva incatenati in cima ad altiforni Protesta operai Ilva incatenati in cima ad altiforni Protesta operai Ilva incatenati in cima ad altiforni Protesta operai Ilva incatenati in cima ad altiforni Protesta operai Ilva incatenati in cima ad altiforni Protesta operai Ilva incatenati in cima ad altiforni

12.28: Nove lavoratori dell’ILVA questa mattina sono saliti sulla passerella in cima al camino E312. Gli operai in protesta nell’area agglomerato a ben 70 metri d’altezza, hanno annunciato che inizieranno lo sciopero della fame e della sete e proseguiranno la protesta sulla passerella ad oltranza. I Carabinieri del NOE sono entrati nello stabilimento. La tensione sociale è alle stelle a Taranto.

10.58: Nessuna notte è infinita ma certo il buio che è calato sul futuro degli operai ILVA è destinato a durare molto a lungo. Ieri sera cinque operai hanno compiuto un gesto disperato, memori che in Italia se non ti arrampichi in alto ed urli, il tuo disagio, espresso pacatamente, resta avvolto in un silenzio sordo. Il gruppo è salito ad oltre 60 metri d’altezza, sulla torre di smistamento dell’altoforno 5, il più alto d’Europa, per chiedere aiuto: un punto d’incontro tra l’ILVA, che come ha ricordato ieri Nicastro, collabora poco, e la Procura. Uno degli operai ha spiegato che la loro è

una protesta pacifica, non stiamo arrecando danno a nessuno. Ci auguriamo che si trovi una soluzione, che gli impianti siano resi ecocompatibili, altrimenti siamo pronti a partire per Roma. Siamo disposti a tutto pur di difendere il nostro posto di lavoro, abbiamo figli, abbiamo famiglia, abbiamo mutui. Ci auguriamo che tutto vada a buon fine.

I colleghi di reparto hanno espresso la loro solidarietà ai cinque che intendono proseguire ad oltranza la protesta. Intanto prosegue la protesta anche dei cittadini che vedono violato il diritto alla salute pubblica da troppi anni ormai. L’avvocato Giuseppe Lecce prepara una class action nei confronti dei Riva per

il risarcimento di danni materiali, fisiologici, biologici ed esistenziali. Nelle motivazioni del tribunale del riesame vi è un passaggio molto interessante dal quale emerge in modo inequivocabile come i legali rappresentanti dell’ILVA fossero pienamente consapevoli che l’attività produttiva nel suo complesso e la sua organizzazione di mezzi e tecniche fosse esercitata in piena violazione delle leggi in materia di sicurezza ed inquinamento. Secondo noi l’ILVA avrebbe coscientemente risparmiato sulla sicurezza degli impianti omettendo di apprestare o predisporre dispositivi tali da contenere entro i limiti previsti l’emissione di gas, fumi, polveri ed esalazioni e quindi ha inquinato con la consapevolezza che tale attività industriale avrebbe potuto cagionare la morte sia dei lavoratori che dell’intera collettività.

Foto | TMNews

Ultime novità