Agricoltura
Crisi, i giovani laureati spagnoli si danno all’agricoltura
Anche in Spagna sempre più giovani laureati tornano nei campi. Dietro questo interesse rinnovato per l’agricoltura, c’è qualcosa di più profondo della crisi economica.

Dalla disoccupazione alla terra che non tradisce mai, nemmeno in un momento di grave crisi come quello che attraversa l’Europa e a dispetto della sfida dei cambiamenti climatici. Anche in Spagna, come in Grecia ed in Italia, sono sempre più numerosi i giovani laureati che si ricollocano nel primario.
L’Asociación Agraria de Jóvenes Agricultores riporta che negli ultimi cinque anni hanno trovato lavoro nell’agroalimentare o hanno avviato un’impresa agricola 2.500 giovani nella regione Castilla e León. In Castilla-La Mancha, tra il 2000 ed il 2010, si contano 8.764 ingressi di giovani in agricoltura.
Troppo banale, però, ricondurre tutto soltanto alla crisi economica. Perché, a ben vedere, il fenomeno del ritorno dei giovani, anche laureati, alla terra, è sintomo di un disagio e di una crisi più profonda che interessa un numero sempre maggiore di persone, desiderose di ristabilire un contatto con la terra, le stagionalità, i cibi genuini, una vita più vera e meno frenetica.
Non sorprende dunque che a tornare nei campi siano anche avvocati, ingegneri… El Paìs riporta due casi: Miguel Minguet, ingegnere industriale di successo di 37 anni, che ora coltiva 16 diverse varietà di riso nel parco nazionale di Albufera (Valencia) e Miren Belate, avvocato di Pamplona, che oggi produce e rivende 340.000 litri di latte ogni anno dalle sue 75 mucche, libere di pascolare su 40 ettari di prati.
Generalmente i giovani che avviano un’impresa agricola hanno aziende piccole, rivendono i loro prodotti di alta qualità online e coltivano con metodi biologici e sostenibili. A testimonianza che non è la semplice necessità a spingerli verso i campi, bensì un desiderio più radicato di vivere a contatto con la natura, rispettarla e trarne sostentamento senza violarne i principi. Produttori che cercano il contatto diretto con i consumatori e non intendono speculare sui sussidi né dipendere dalla grande distribuzione organizzata per rivendere i loro prodotti. Come ha sottolineato Pedro Barato, presidente dell’Asociación Agraria de Jóvenes Agricultores:
Oggi le persone vogliono vivere in luoghi più economici delle città e desiderano un lavoro basato sull’economia reale.
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