Seguici su

Inquinamento

Cibi alle diossine. Parliamone!

Si! Parliamone e anche tanto. Perché oltre che nella mozzarella di bufala campana, la diossina compare in molte altre produzioni italiane. Per non parlare delle micotossine nei formaggi D.o.p.
Ma andiamo con ordine.

Il Presidente Vendola, durante il vertice convocato a Bari a seguito delle conferme della Asl di Taranto alla segnalazione del movimento PeaceLink, che aveva dimostrato eccessi di diossine e PCB in un campione di formaggio prodotto a Taranto, ha dichiarato: “Non siamo a Caserta, la produzione di latte e derivati nelle aziende del tarantino è assolutamente normale; per i dati da inquinamento da diossina stiamo monitorando in maniera continua tutta la produzione zootecnica della provincia di Taranto e abbiamo chiesto un aiuto all’Istituto Superiore di Sanità”.

Peccato che uno studio pubblicato dall’ “Italian Journal of Food Science” lo smentisca clamorosamente:” Tra gli inquinanti determinati, i PCB (16,7-66,7 microng/kg), l’HCB (3,58-7,57 microng/kg) e il p,p’-DDE (7,38-20,96 microng/kg) sono presenti a piu’ alte concentrazioni.”

Il prelievo di latte è stato fatto il alla fine dello scorso febbraio. Un socio di PeaceLink da tempo si serviva da un pastore per procurarsi prodotti artigianali e “genuini”, in particolare latte e formaggio. Un pezzo di questo formaggio è stato portato nel laboratorio INCA di Lecce per le opportune analisi dopo che sulla stampa locale erano apparse notizie circa greggi che avevano pascolato nelle aree vicine alla zona industriale e dopo la positività alla diossina la ASL ha disposto altri 6 prelievi. Ma le rassicurazioni dei presidenti degli enti pubblici non tranquillizzano proprio nessuno.

Brescia. 21 Marzo scorso, le centraline hanno riscontrato la maggior presenza di diossine, in due zone: all’esterno della scuola media Kennedy del villaggio Badia, e l’altra all’interno, in via Villa Glori.
Un anno fa invece, “Il salvagente” aveva denunciato la presenza massiccia in un addensante prodotto in India il “guar gum” che aveva contaminato cibi dietetici e integratori alimentari più che gelato e yogurt
( clamoroso il caso Danone).

Ma le denunce non finiscono qui. L’inchiesta con “Il salvagente” parte dalla sezione cuneese del Movimento Consumatori, pubblicata da Cuneo Cronaca tra i quali anche alcuni prodotti dop della Granda, sono stati comprati tra Eataly e alcuni negozi sul territorio. 12 formaggi sui 15 esaminati sono risultati contaminati, e in 6 la presenza di tossine è elevata.

Sono risultati contaminati : Murazzano prodotto dalla Cascina Raflazz a Paroldo, nel Cuneese, che presenta 0,69 microgrammi di micotossina su un chilo di prodotto, pari a quasi 14 volte il limite massimo ammesso per il latte; il pecorino senese del caseificio Pinzani di Castel San Giminiano (1,28 microgrammi/kg), il caciocavallo del caseificio Olanda Michele di Andria, nel Barese (0,69), e il Nostrale Elva del Caseificio cooperativo Elvese di Elva, Cuneo (0,48); Anche il formaggio greco più diffuso in Italia, la Feta, che nel caso del campione analizzato è prodotto da Kolios ed è riconosciuto da un marchio corrispondente al nostro Dop, fa segnare una presenza di 16,45 microgrammi/kg di aflatossina M1, ben 329 volte il limite ammesso per il latte. Ed è un altro formaggio estero, il francese Banon, della Fromagerie de Banon, a colpire per la quantità di aflatossina presente: 27,43 microgrammi/kg, quasi 550 volte oltre il limite.

Foto | Flickr

Ultime novità