EcoComunicazione
Aumentano in Italia i Comuni Rinnovabili

Mentre il governo italiano si butta nell’impresa nucleare, i territori danno segnali di tutt’altra natura. O perlomeno è quello che appare dalla premiazioni di oggi dei Comuni Rinnovabili di Legambiente. Questo rapporto, arrivato alla quarta edizione, ci dice che sono quasi semila, 2800 in più rispetto allo scorso anno, i comuni italiani che hanno almeno un impianto rinnovabile installato nel loro territorio.
Questo nonostante ancora le procedure di autorizzazione degli impianti non siano agevoli, e manchino ancora delle linee guida nazionali per l’approvazione dei progetti, e sia forte la necessità di incentivare l’integrazione delle rinnovabili in edilizia, tutte misure che ne favorirebbero la diffusione.
La fonte rinnovabile più diffusa è il solare, termico e fotovoltaico. Quasi 700 i comuni che hanno impianti di mini-idroelettrico, 600 quelli a biomasse, 245 hanno impianti eolici e 73 geotermici. La maggior parte dei comportamenti virtuosi e degni di nota viene da piccoli comuni, che spesso sono in grado di coprire quasi interamente il fabbisogno energetico con fonti rinnovabili.
Tra i comuni solari, Monrupino (TS) è risultato quello con maggiore potenza fotovoltaica “procapite” installata (1151 kW ogni 1000 abitanti), mentre Don (TN) per quella termica (più di 1 mq per abitante).
Sono stati poi segnalati Dobbiaco (BZ) e Prato allo Stelvio (BZ) come Comuni “100% rinnovabili”. Dobbiaco ha sul proprio territorio un mix di fotovoltaico, mini-idro, termico, e una rete di teleriscaldamento che permette di produrre più di quanto serve. Prato allo Stelvio usa ben 6 tecnologie rinnovabili diverse, solo il teleriscaldamento permette di far risparmiare il 30% in bolletta. Anche Lecce è stato segnalato tra i comuni sopra i 50mila abitanti, segno che non è solo il nord a farla da padrone. Nel capoluogo salentino i pannelli fotovoltaici sono stati installati su capannoni industriali, centri commerciali, distributori di benzina, edifici scolastici e parrocchie, e sono in grado di soddisfare il 100% del fabbisogno elettrico delle famiglie.
E’ stato anche segnalato il parco fotovoltaico di Carano (TN), installato sul terreno di una vecchia cava di porfido dismessa. Invece di invadere i terreni agricoli, alimentando le ragioni del “no alle rinnovabili”, sono questi gli spazi da usare, tetti di capannoni o cave dismesse, ovvero riqualificare l’esistente.
Via | Legambiente
Foto | richardmasoner
