Seguici su

Informazione

I dati del Rapporto Ecomafia: sparita una montagna di rifiuti alta come l’Etna

Un fatturato complessivo di 20,5 miliardi di euro e quasi 71 reati ambientali al giorno. 31 milioni di tonnellate di rifiuti industriali spariti, una montagna di 3100 metri alta come l’Etna, 28mila nuove case abusive costruite, 3 miliardi di fatturato per il racket degli animali, e oltre 1000 furti di opere d’arte. Questo il quadro generale del fenomeno ecomafia in Italia.

Un fenomeno che nasce dalle regioni a tradizionale infiltrazione mafiosa ma che si espande in tutta Italia. Campania, Calabria, Sicilia e Puglia insieme sono responsabili per il 48% di tutti le infrazioni accertate, ma a seguire troviamo Lazio, Sardegna, Toscana, Liguria, e l’Abruzzo. Insomma tutta la penisola è rappresentata ai primi posti della classifica dell’illegalità ambientale.

La Campania è la regione dei record, prima per traffico di rifiuti, per illegalità nel ciclo del cemento e abusivismo edilizio, per persone denunciate, arresti e sequestri. Il Lazio si conferma la prima regione del Centro Italia, stabile al quinto posto complessivo e al terzo per il cemento. Tra le regioni del nord il Piemonte è diventata la prima per reati accertati nel traffico di rifiuti.

Scendendo poi nel dettaglio dei “settori di affari” delle ecomafie, già abbiamo visto il dato incredibile per quanto riguarda i rifiuti: è sparita una montagna intera. Rifiuti che sono stati certificati in uscita come pericolosi o speciali dalle industrie e che si sono poi persi per strada, 520mila tir mai arrivati a destinazione in modo legale. E’ questo il settore che ancora la fa da padrone, e anche i numeri dei reati (3911), delle denunce (4591) e dei sequestri (2406) lo confermano.

Abusivismo edilizio e ciclo illegale del cemento, un altro settore molto “florido”. Non solo 28mila case abusive, ma anche appalti truccati e materiali scadenti o prelevati in modo illegale. Campania, Calabria e Lazio le regioni più “attive” in questo business.

Tra gli altri settori di guadagno, ricordiamo la cosiddetta “zoomafia”, ovvero corse e combattimenti clandestine di animali, vendita di cuccioli in clandestinità, pesca di frodo, traffico di flora e fauna esotica proveniente dall’estero e spesso appartenenti a specie protette. Non dimentichiamo poi l’infiltrazione anche nel settore agro-alimentare, con il commercio ad esempio di capi sprovvisti di regolari autorizzazioni sanitarie.

Per un quadro complessivo del fenomeno delle ecomafie, si riporta la Classifica dell’illegalità ambientale in Italia nel 2008 con le infrazione accertate. A seguire, un po’ per tirarci sul il morale, la tabella con i numeri delle indagini e degli arresti. Per maggiori dettagli il rapporto sarà a breve disponibile sul sito di Legambiente.

Classifica Ecomafia 2009

Ecomafia 2009, arresti e denunce

Via | Legambiente
Foto | fazen

Ultime novità