Agricoltura
Dopo Rosarno: Luca Zaia propone le “etichette etiche” contro lo sfruttamento dei lavoratori extracomunitari in agricoltura

L’agricoltura è un affare economico gestito dalla Mafie. Almeno al Sud. I fatti di Rosarno sono a confermarlo. A proposito di possibili soluzioni Luca Zaia Ministro per l’Agricoltura avanza un ipotesi, per combattere il fenomeno dello sfruttamento, fino alla schiavitù in taluni casi dei lavoratori immigrati: dotare i prodotti agricoli di una etichetta etica, che indichi al consumatore che quel prodotto è stato ottenuto osservando le leggi sul lavoro in agricoltura.
Scrive il Ministro sul suo blog:
Io non vorrei dimenticassimo che la certificazione e’ alla radice di tutti i sistemi economici avanzati, e anche della nostra legislazione: se voglio un appalto, devo anche provare di aver pagato i miei dipendenti.
Commenta Sergio Marini presidente Coldiretti, associazione di categoria vicina al leghista Zaia, ai microfoni di Radio CnrMedia:
Penso che una etichettatura chiara in cui sia anche riportato tutto il percorso che è avvenuto dal campo alla tavola, anche rispetto all’utilizzo di manodopera, possa essere bene accetta da parte del consumatore. Oltretutto, certificando tutti i passaggi della filiera, potrebbe evitare tutte quelle situazioni di moltiplicazione del prezzo. L’interesse dei produttori italiani e quello che ci sia maggiore trasparenza possibile.
Aspro il commento di Antonio De Poli candidato dell’Udc alla presidenza della Regione Veneto che dice:
Zaia fa finta di fare il bravo ministro lungo il Po, visto che altrove siamo all’agricoltura del Ku Klux Klan. E’ vero che Luca Zaia più di etichettare non credo abbia fatto a sostegno della nostra agricoltura ma cavarsela nascondendosi dietro le etichette è per davvero sconvolgente.
Foto | Regione Veneto
