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Energia

Smart grids: inizia la sperimentazione al sud Italia

Per una volta l’Italia è un passo avanti nel settore della gestione e distribuzione dell’energia elettrica. Il Ministero per lo Sviluppo economico, infatti, ha firmato una convenzione con Enel Distribuzione per l’avvio della sperimentazione delle cosiddette smart grids, cioè le reti intelligenti di trasporto dell’elettricità. Si tratta di un primo passo verso la rete del futuro che sarà profondamente diversa da quella attuala basata su grandi dorsali formate da enormi tralicci da 380Kv che collegano i poli produttivi (in buona sostanza le zone dove ci sono le centrali termoelettriche) e i poli di consumo (cioè le grandi città). Le nuove reti, al contrario, nascono per interconnettere tante piccole centrali di produzione, generalmente da fonti rinnovabili e intermittenti, che spesso si trovano all’interno delle zone dove l’energia si consuma come nel caso dei tetti fotovoltaici.

Proprio per questo motivo a creare e gestire le reti intelligenti non sarà Terna, proprietaria della rete nazionale ad alta e altissima tensione, ma Enel Distribuzione, che possiede e gestisce la rete a media e bassa tensione più che sufficiente per instradare la produzione dei piccoli impianti. Piccoli e piccolissimi perchè l’accordo tra il Ministero ed Enel ha alcuni particolari interessanti. Innanzitutto è specifico per l’assolato su dell’Italia: si inizia in Sicilia, Puglia, Campania e Calabria; poi è concentrato sugli impianti tra i 100Kw e 1 Mw. Quest’ultimo particolare non è da poco, anzi è un messaggio abbastanza chiaro verso i produttori (o aspiranti tali) di energie rinnovabili: il Governo punta sui piccoli impianti e non sui grandi impianti a terra. Un megawat di fotovoltaico, infatti, richiede una superficie compresa tra i tre e i cinque ettari a seconda che i pannelli siano fissi o installati sugli inseguitori solari e, proprio nel sud Italia, ci sono già numerose proteste sugli impianti fotovoltaici di grossa taglia che, a detta di chi non li ama, consumerebbero troppo suolo agricolo vergine.

La nuova rete di produzione e trasmissione dell’energia, quindi, nelle intenzioni del Ministero per lo Sviluppo economico è diffusa e a maglie strette e interconnesse. Per raggiungere questo obbiettivo sono stati messi sul tavolo 77 milioni di euro. Pochi, a dire il vero, ma per ora si tratta solo di far partire una sperimentazione su un sistema che è più teorico che pratico. Il più convinto e tenace sostenitore delle smart grids è, notoriamente, Jeremy Rifkin. Il professore statunitense di economia le ritiene fondamentali per la terza rivoluzione industriale, quella dell’energia, che sarà caratterizzata dall’abbandono del petrolio e degli altri idrocarburi in favore delle rinnovabili, fotovoltaico in testa.

Dopo il salto la lezione tenuta da Jeremy Rifkin all’università di Palermo.

Via | Ministero Sviluppo economico
Foto | Flickr

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