Acqua
Le Filippine devastate dalla siccità. Il Cardinale di Manila prega per la pioggia.

Le Filippine sono in ginocchio a causa della siccità causata dal Niño. La carenza d’acqua ha già messo in crisi l’agricoltura e ora è a rischio la zootecnia, in particolare il settore avicolo e quello ittico. Problemi anche per le centrali idroelettriche, i cui bacini sono a secco. Elettricità, di conseguenza, razionata a poche ore al giorno. Secondo l’agenzia Asia News
la siccità si protrarrà fino a luglio a luglio inoltrato e i continui black-out rischiano di compromettere le elezioni previste per il 10 maggio. A tutt’oggi i danni ammontano a oltre 60milioni di euro solo per il settore agricolo, con oltre il 40% delle coltivazioni ormai compromesso. Per continuare la produzione le industrie del settore alimentare sono state costrette ad acquistare oltre 700mila tonnellate di prodotti agricoli, sufficienti fino al mese di giugno.
Una situazione che potrebbe facilmente degenerare nell’emergenza sanitaria: ci sono già oltre 3.000 polli morti in pochi giorni che aumenteranno inesorabilmente e, in un modo o nell’altro, dovranno essere smaltiti. Probabile, poi, che si registrino anche morie di animali più grandi facendo scarseggiare, oltre all’acqua, anche il cibo.
La situazione è così drammatica, nonostante il Niño e i suoi effetti siano ben noti da anni (anche se a volte sembrano sparire), che il cardinale Gaudencio Rosales, arcivescovo di Manila, si è rivolto direttamente al Padre Eterno per trovare soluzione invitando tutti i fedeli del paese a recitare una “Oratio Imperata Ad Petendam Pluviam”.
