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Auto elettriche: alte immatricolazioni, colonnine insufficienti

Auto elettriche: il numero di immatricolazioni è cresciuto nel 2020, ma in Italia mancano ancora le colonnine di ricarica.

Auto elettriche

L’universo delle auto elettriche appassiona i consumatori italiani, ma il numero di colonnine disponibili sullo Stivale è ancora troppo esiguo. Si potrebbe riassumere così l’ultimo report dell’Unrae, l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, pronto ad analizzare il settore della mobilità sostenibile in Italia. Cresce infatti la domanda di veicoli elettrici, ma l’implementazione di stazioni di ricarica non segue il passo con le nuove immatricolazioni.

Un fatto da tenere in considerazione, considerando come il parco auto italiano stia invecchiando e nel breve periodo potrebbe verificarsi un’impennata nella richiesta di nuove vetture. La disponibilità di colonnine è infatti uno dei principali deterrenti che può bloccare l’acquisto di questi veicoli.

Auto elettriche e colonnine in Italia

In base alle rilevazioni di Unree, pubblicate da Repubblica, sulle strade dello Stivale circolano circa 38.5 milioni di autovetture, di cui il 30% ancora Euro 0-3. Se si aggiungono anche le Euro 4, circa il 56.4% del totale dei veicoli oggi disponibili ha oltre 10 anni di età, quindi potrebbe essere sostituito a breve.

Proprio poiché aumenta la necessità di nuovi veicoli, nel corso dell’ultimo anno si è registrata una forte spinta alla motorizzazione elettrica, con un numero di immatricolazioni che ha portato al 4.3% la quota di mercato. Eppure sul territorio italiano le colonnine ancora scarseggiano: sono 2.7 ogni 100 chilometri, poco rispetto ai 4.7 disponibili nel resto d’Europa.

Rimane invece in crisi il settore automotive classico, caratterizzato da vetture a diesel e benzina, dopo un 2020 davvero complesso. Così ha spiegato Michele Crisci, Presidente Unrae, sempre dalle pagine di Repubblica:

Quello appena concluso, con 1,38 milioni di auto immatricolate, è il secondo anno peggiore degli ultimi 30, dopo il record negativo di 1,30 milioni nel 2013, e ben al di sotto della media di 1,9 milioni di immatricolazioni dei 4 anni precedenti. Come conseguenza, il settore ha perso 10 miliardi di euro di fatturato rispetto al 2019 e le casse dello Stato 1,8 miliardi di euro di gettito Iva. Si spera in una ripresa nel 2021 quando, salvo ulteriori restrizioni per Covid e col beneficio degli incentivi, si prevede un rialzo del 12,2% a 1,55 milioni di unità, ancora fortemente in calo rispetto al 2019. Un livello di immatricolazioni largamente insufficiente rispetto ad un anno medio che mette ancora in serio rischio la sopravvivenza di aziende e occupazione. La previsione di parziale recupero vale anche per i veicoli commerciali fino a 3,5 t (+15%) e i veicoli industriali (+9%).

Sono ormai moltissime le ricerche che dimostrano come, per incentivare la mobilità elettrica, sia innanzitutto necessario investire sulle colonnine e sui punti di ricarica. Per quanto la componente ambientale attiri i consumatori, con la possibilità di ridurre le emissioni con un’auto più verde, la “range anxiety” rimane ancora il principale deterrente all’acquisto. Si tratta del timore, non sempre giustificato date vetture dall’autonomia sempre più generosa, di non trovare punti di ricarica durante un tragitto, rimanendo così bloccati nei propri spostamenti. Ancora, è necessario che il network di colonnine prediliga la ricarica rapida: la lentezza di collegamento è un altro fattore che spaventa i guidatori.

Fonte: Repubblica

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