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Consumo e ambiente: Steve Cutts suona la sveglia. Il video

L’attività estrattiva rischia di triplicare entro il 2050. Il genio dell’artista inglese mette a nudo la follia del sistema dei consumi

Nessun artista al mondo, attualmente, riesce a utilizzare la computer animation per sensibilizzare il pubblico come Steve Cutts. Un paio di mesi fa vi avevamo proposto il video di Man, fenomeno virale capace di raccogliere oltre 32mila Like. Ora Cutts, sostenuto da Gaia Foundation, è tornato con una nuova clip che di Man sembra essere la naturale evoluzione.

Il titolo originale Wake Up Call la dice lunga sull’obiettivo del poliedrico artista londinese: svegliare le coscienze sulle conseguenze del consumismo più sfrenato.

La grandezza di Cutts è nella sua capacità di sintetizzare con immagini di grande potenza le sue tesi. Se cercate la perfezione formale andate altrove, se, invece, cercate la potenza del messaggio provate a cercare qualcuno che abbia il dono della sintesi di Cutts: non lo troverete. In pochi minuti si parla di sfruttamento delle risorse minerarie e dei lavoratori, rifiuti, obsolescenza programmata, consumo acritico e salvaguardia della natura.

Il “servizio sveglia” che Cutts ci regala inizia con il paradiso in terra di una natura incontaminata, con le proprie ricchezze custodite nel sottosuolo. È la Terra che l’uomo devasta per estrarre le risorse che vengono stoccate in camion che viaggiano su grandi navi verso fabbriche dove “eserciti” di lavoratori assemblano prodotti tecnologici programmati per durare 6 mesi. Ma il vero delirio incomincia con il consumo e il paradosso che Cutts mostra in maniera estremamente efficace è quello di un “Y-Fone” che diventa obsoleto mentre camminiamo dal negozio verso casa.
La danza macabra di un’economia imposta dall’alto che ci fa credere di scegliere è quella dei notebook, degli schermi al plasma, degli smartphone, dei tablet che il sistema ci costringe a cambiare, senza soluzione di continuità.

Tocca al consumatore farsi svegliare, aprire gli occhi e salvaguardare la natura. Perché è la natura che “spendiamo”, il vero costo di questa dissennata politica dei consumi. E se non si bloccherà questa spirale, nel 2050 l’attività estrattiva sarà tre volte superiore. E la sua insostenibilità, purtroppo, non sarà un cartone animato.

Via | Youtube

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