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Animali

Milady, la mamma capriolo che adotta i cerbiattini orfani [VIDEO]

Un esemplare di capriolo femmina ha adottato alcuni cuccioli all’interno del Centro animali non convenzionali di Grugliasco. Una storia fuori dall’ordinario

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Il Centro animali non convenzionali è una sorta di “Arca di Noè” alle porte di Torino. Anima di questo ricovero per animali sono Giuseppe Quaranta e Mitzy Maute von Degerfeld, due veterinari costantemente in prima linea nella salvaguardia degli animali non convenzionali. Nell’ultima settimana al Canc di Grugliasco, situato all’interno del complesso in cui si trovano le facoltà torinesi di Agraria e Veterinaria, è successo un vero e proprio “miracolo”, un caso che – come spiegano i due responsabili del centro – non ha precedenti nella letteratura scientifica: una mamma capriolo giunta alcuni mesi fa al Canc ha adottato alcuni cuccioli nati dopo l’investimento della loro mamma.

Si tratta di un evento rarissimo: in libertà una madre respingerebbe cuccioli non suoi, mentre in questo caso questa “anomala” adozione è avvenuta addirittura in cattività.

Gli animali selvatici sono beni indisponibili dello Stato: di tutti e di nessuno. E lo Stato ha delegato la loro cura alle province. Ogni provincia decide come agire: la provincia di Torino, per scelta politica intelligente, decide di non dare gli animali in affidamento. Se sono “rimettibili” sul territorio vengono curati e rimessi sul territorio, se non lo sono si fa una scelta dura e difficile, ma è quello che accadrebbe nel mondo esterno. Il mondo esterno è un mondo molto difficile per gli animali,

ci spiega il veterinario Giuseppe Quaranta, responsabile del Canc. Ogni volta che, in provincia di Torino, un animale viene trovato in difficoltà, viene portato al Canc, curato e, se possibile, reimmesso in libertà. A seconda della tipologia di animale esistono in provincia di Torino diversi centri che ospitano gli animali incidentati nella fase di convalescenza e rieducazione: Avigliana per gli uccelli, Caprie per gli ungulati e San Sebastiano Po per altri tipi di animali. Ogni anno passano dal Canc 2600 animali selvatici e fra i 600 e i 650 animali che vengono portati dai padroni

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Un’adozione inattesa

Nel novembre 2014 un esemplare di capriolo femmina è stato ricoverato al Canc con una zampa fratturata. Dopo averla sottoposta ad alcune radiografie, i veterinari si sono accorti che Milady – questo il nome della mamma – era gravida e hanno deciso di ospitarla fino al parto che è avvenuto in maggio.

Pochi giorni dopo è arrivato un altro piccolo che stava malissimo,. Noi abbiamo provato a dargli il biberon ma lui lo rifiutava. Allora ci siamo guardati e abbiamo provato a metterglielo nella sua stanza al mattino, sicuri che il mattino dopo avremo trovato il cadaverino. La mattina – miracolo! – questo stava bene come gli altri due figli naturali e anche lui si è imbrancato. Via via abbiamo fatto così anche con gli altri cuccioli che sono arrivati successivamente. Lei non ha latte per tutti, ma si è abbastanza abituata. I suoi figli naturali mangiano solo il suo latte, non vogliono il biberon, ma tutti gli altri accettano l’alimentazione mista. Lei, soprattutto, li ha adottati tutti. Li pulisce, li lecca. Quando sono un po’ in crisi vanno sotto , danno le testate e lei si mette ferma e si lascia poppare un po’. Adesso saranno appena 4-5 gocce, ma bastano già a rasserenare il piccolo e, soprattutto, a dargli lo stimolo per sopravvivere,

ci racconta Mitzy Maute von Degerfeld.

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Il responsabile del Canc Giuseppe Quaranta ci spiega che gli animali che vengono ricoverati hanno già superato grandi prove, sono dei fuoriclasse del mondo animale:

Sono soggetti che hanno vinto una selezione durissima. È come se noi stessimo operando Usain Bolt, per fare un paragone. Sono soggetti più forti, più furbi, più aggressivi, altrimenti non sarebbero arrivati a quel livello.

Che cosa fare quando si trova un animale in difficoltà

Molte volte l’assistenza fai da te può fare gravi danni agli animali in difficoltà. Ma non solo, molto spesso, il temporaneo allontanamento del genitore per la ricerca del cibo può essere interpretato come abbandono da parte dell’uomo che, prendendo iniziative sull’onda dell’emozione, può sottrarre un cucciolo alla propria madre.

Quindi la prima cosa da fare è riuscire a capire se l’animale si trovi veramente in difficoltà, verificare che non si tratti di un piccolo con il genitore nei paraggi. Se si accerta una frattura o un grave problema per la sopravvivenza, la cosa migliore è usare una coperta e un indumento da gettargli addosso in modo da renderlo più tranquillo. Qualsiasi animale, infatti, percepisce il buio come un punto protetto. Coprendogli gli occhi lo si rende immediatamente più tranquillo. A quel punto si trova una scatola e lì si pone l’animale: la scatola non deve essere troppo grossa, questo per evitare che l’animale possa prendere dei colpi durante il trasporto. Dunque una scatola non più grande del doppio della dimensione dell’animale, con fieno, foglie o altro materiale che costituisca una sorta di nido. A quel punto ci si rivolge a un centro specializzato come il Canc e si affida a dei professionisti la cura dell’animale.

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Testo, video e foto | Davide Mazzocco

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