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Auto Elettriche

Nuova Renault ZOE ZE 40 Electric: prima prova

Silenziosa, accattivante e facile da guidare: la nuova Renault ZOE è l’ideale per chi si sposta in città

Nuova Renault ZOE Z.E. 40 Electric

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Ho provato per Ecoblog la nuova Renault ZOE ZE 40 Electric, che si propone sul mercato come l’auto elettrica (sì, è davvero 100% elettrica e zero emissioni) del futuro, o almeno quella che rivoluzionerà questo mercato, in fase di rapidissima espansione. Voglio però far prima presente una cosa, a chi legge: questo è stato in assoluto il primo test drive della mia vita. Ho già provato mezzi elettrici, nello specifico uno scooter, e da tempo sto cercando di coniugare la mia passione per l’ecologia con quella per la tecnologia: Renault ZOE, in tal senso, mi ha regalato delle belle soddisfazioni. Inutile girarci troppo attorno, non credete?

Quando sono atterrato all’aeroporto di Lisbona ho avuto la piacevole conferma di poter appallottolare il piumino nello zaino e godermi gli splendidi 18 gradi di un tardo lunedì mattina portoghese. Salito sull’auto messami a disposizione da Renault, ZOE Bose – il top della gamma, sono rimasto immediatamente colpito da due cose: il silenzio e l’assenza totale di vibrazioni. Per farla breve: ci si accorge che l’auto elettrica è accesa leggendolo sul cruscotto (un bel “Ready” che è difficile non vedere). Gli interni sono semplici ma ben rifiniti, le plastiche solide e satinate, i sedili (che sono anche riscaldati ma grazie al clima portoghese non c’è stato bisogno di testarli) sono comodi e ben rifiniti e la seduta, per essere un’auto decisamente più simile a una citycar che ad un’ammiraglia, decisamente comoda.

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Lo spazio interno è ampio e il portabagagli capiente (anche perché deve contenere la cavistica necessaria alla ricarica del mezzo). Mi presento al mio compagno di viaggio, saliamo in macchina e via, si parte. Alla guida l’auto risponde perfettamente, anzi all’inizio ho dovuto fare attenzione perché superare i limiti di velocità è davvero facilissimo. Per fortuna per chi ha “il piede pesante” come il mio è possibile impostare il cruise control e il limitatore di velocità, oppure scegliere di viaggiare in modalità “Eco” – che tuttavia “inchioda” un po’ il mezzo all’asfalto, dando al pilota quella sensazione poco piacevole di avere un po’ le terga pesanti.

Nel traffico di Lisbona la Renault ZOE si muove benissimo (il cambio, ovviamente, è automatico), mi permette anche qualche manovra non esattamente da autista professionista, e la prima cosa a notarsi è la frenata: alzando il piede dall’acceleratore il motore inverte il senso di marcia, garantendo un effetto “freno motore” decisamente più marcato rispetto alla mia auto a GPL-benzina che ho lasciato a Roma. Una cosa che, in serata, mi è stata meglio spiegata dagli addetti di Renault quando mi hanno detto che in questo modo la casa garantisce una vita ai freni di ZOE pari ad almeno 100.000 chilometri. Mica male, se a questo si aggiunge il risparmio del bollo (non si paga) e dell’assicurazione (che, mi dicono, essere più economica). Per quanto riguarda “il carburante” ne parlerò più avanti.

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L’auto e le batterie ZE 40

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Come dicevo poco fa l’auto nel traffico si muove piuttosto bene e non ha nulla da invidiare a qualsiasi altra automobile alimentata con qualsiasi altro tipo di carburante. Il limite maggiore però resta l’autonomia: Renault garantisce 400 km di autonomia NEDC, che significano 300 km su strada.

La mia personale esperienza è andata così: nella giornata di lunedì ho guidato da Lisbona a Obidos, quasi esclusivamente percorrendo strade secondarie, per 180 km e all’arrivo la batteria segnalava un’autonomia di ancora 35 km.
Martedì, sempre percorrendo molte strade secondarie lungo tratti collinari tortuosi, ho percorso 164,1 km e all’arrivo la batteria segnalava un’autonomia residua di 42 km.

Ho percorso, in totale, circa 60 km in autostrada, dove ho potuto spingere la Renault ZOE fino alla sua velocità di punta (141km/h) e fino ai 135km/h la progressione è soddisfacente. L’auto che ho testato io monta batterie ZE 40, un’interessante sviluppo di Renault che ha leggermente ridotto le dimensioni delle batterie lavorando sui materiali di costruzione aumentandone la capacità del doppio. Sono disponibili in due versioni, Q90 ed R90, che si differenziano tra loro per la durata e la velocità di ricarica, possibile sia attraverso la presa di corrente casalinga (che, nel caso, occorrerà aumentare ad almeno 5kW/h) sia alle colonnine di ricarica, normali e rapide. Le batterie sono incluse nel veicolo e sono disponibili sia a noleggio che in vendita.

In Europa le colonnine di ricarica distribuite in tutto il territorio comunitario sono circa 80.000. Il vero problema è che in Italia, e viene da scriverlo con sconforto, ci ritroviamo oggi gravemente in ritardo sul piano infrastrutturale: lo 0.1% del totale in Europa. Renault sembra puntare molto sul noleggio, e in particolare al car-sharing elettrico puro in collaborazione con le pubbliche amministrazioni. Renault ha previsto anche il lancio di una app che indicherà al pilota la colonnina di ricarica più vicina. L’alternativa alla colonnina è, una volta a casa la sera, attaccarla alla corrente nel box e qui, calcolare i costi, si entra nel mondo delle ipotesi: non esistendo un’uniformità sui contratti luce in Italia (diverse aliquote, diversi kH/h, diverse tariffazioni) non è possibile quantificare con precisione quale sia il prezzo di un pieno di energia alla ZOE, ma secondo Renault la media sarà di circa 3-6 euro a ricarica completa.

L’accelerazione dell’auto è immediata e la frenata efficace, la guidabilità è quella di una buona utilitaria da città. Il cruscotto è intuitivo e chiaro, i colori non disturbano ed è possibile selezionare diverse fantasie, le indicazioni essenziali. Al centro della plancia c’è uno schermo piatto grande e con un software semplice e immediato, il modello BOSE che ho guidato io ha un impianto stereo davvero avvolgente. Ha la possibilità di collegare lo smartphone all’auto via bluetooth o via cavo USB e anche l’accendisigari, il cassettino solido ma non particolarmente capiente. La seduta è comoda sia davanti che dietro e la visione della strada completa. Ho però notato che con alcuni tagli di luce dall’esterno lo schermo non si vedeva per niente e ho avuto anche qualche difficoltà ad impostare il volume della voce del navigatore, sempre lievemente in ritardo rispetto alla mia reale posizione.

Questione d’abitudine, probabilmente.

Il viaggio

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Usciti da Lisbona ci siamo diretti verso Cascais e da qui su, verso nord, lungo la splendida costa portoghese: strade tortuose che garantiscono un’esperienza di guida davvero godibile – probabilmente anche a bordo di un triciclo – e sulle quali è possibile anche correre un po’ (traffico permettendo). Rallentando invece mi sono incantato a guardare le sinuose onde dell’Atlantico che incontrano il Vecchio Continente, onde cavalcate da decine e decine di surfisti le cui gesta sono andate avanti fino al tramonto. Una volta fatto il cambio alla guida con il mio compagno di viaggio ho potuto distrarmi un po’ di più e la mia attenzione, oltre che dal paesaggio, è stata inevitabilmente catturata anche dagli interni dell’auto, moderni e gradevoli nel design, fatti di materiali diversi e con disegni incisi al laser, e mi sono potuto godere lo spazio interno. Ad esser sinceri sono rimasto stupito, vista da fuori ZOE sembra più piccola di quanto non sia realmente.

Ma se pensate che sia un’auto priva di difetti allora fermi tutti: la prima cosa che un appassionato di motori nota è la guidabilità. Renault ZOE cambia veramente l’approccio alla mobilità: non più il piacere di guida, che pure resta ma un po’ più freddo e asettico, ma lo spostamento da una parte all’altra. Sembra una cosa da poco ma è un cambiamento importante, mentale e tecnico, per chi ama sfruttare i cavalli della propria auto, spingerla in salita, giocare tra terza e seconda marcia nelle curve e provare qualche brivido. Ecco, tutto questo con ZOE ce lo possiamo dimenticare: l’auto diventa un mezzo per spostarsi da un punto A ad un punto B, al limite per trasportare qualcosa o qualcuno con noi, ma la goduria della guida beh… quella è un’altra cosa.

Il secondo giorno di guida, quasi tutto il tempo avvolto da una nebbia grigia ma affascinante, l’ho trascorso invece più nell’entroterra, attraversando filari di alberi da frutta, vigneti e bellissimi boschi. Il clima più umido mi ha permesso di testare meglio la tenuta di strada (nulla da eccepire) e l’efficacia dei tergicristalli (che coprono una superficie piuttosto ampia del vetro garantendo una visibilità notevole), ma non posso dire se questo abbia influito o meno sui consumi delle batterie. Abbiamo attraversato luoghi assolutamente fantastici e, in alcuni passaggi, non sembrava nemmeno di trovarsi in Europa ma in un non-luogo indefinito, ricco di bellezze paesaggistiche e curiosità.

Conclusioni

Renault ZOE è stata una bella sorpresa, davvero non pensavo che un’auto elettrica avrebbe potuto avere queste performance. Resto perplesso ancora sull’autonomia, è davvero la questione centrale secondo me – e secondo Renault che continua a fare ricerca per aumentare la capacità delle proprie batterie: superare “la soglia psicologica dei 300 km di autonomia” è certamente un buon obiettivo (sono certo che guidandola in un centro urbano la possibilità di arrivare a questi famosi 300km c’è sul serio, evitando i 130 all’ora in autostrada) ma a parere di chi scrive c’è ancora tanta strada da fare, anche sotto il profilo delle infrastrutture.

Renault punta molto al mercato del noleggio carsharing (52%) e alle aziende (34.5%) mentre per i privati (appena il 12.9%, in crescita) la vita su un’auto elettrica è ancora troppo complessa: troppo poche le colonnine di ricarica in Italia e questo è un problema che va oltre la casa automobilistica, entrando in una sfera più amministrativa. Ma occorre fare pressione affinché ci si adegui a questo nuovo mercato, che cresce e sta sviluppandosi anche in Italia nonostante siamo ancora molto indietro.

Tuttavia Renault ZOE, e i suoi limiti chilometrici, resta un’auto buona, e forse qualcosa di più, in città ma decisamente meno se abbiamo voglia di fare spostamenti più consistenti. Penso, ad esempio, alle 4 ore di autostrada (430 chilometri) che mi separano dalla casa al mare: con un’auto del genere impiegherei ben più di 4 ore, visto che dovrei fermarmi a ricaricare le batterie almeno una volta (mi baso sui consumi da me stesso registrati durante il test drive). Ma la strada imboccata da Renault, e questo va detto, è sicuramente quella giusta e sarà interessante osservare come svilupperà in futuro la mobilità 100% elettrica.

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