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Per una nuova etica planetaria del clima e dell’ambiente

[Con questo post EcoAlfabeta aka Marco Pagani inizia la sua collaborazione con ecoblog]

Attraverso le innovazioni tecnologiche e la disponibilità di energia fossile, da oltre un secolo l’umanità sta intervenendo in modo pesante sull’ambiente naturale terrestre: detto altrimenti, siamo entrati nell’era dell’Antropocene, secondo la definizione del premio Nobel Paul Crutzen.

Questa situazione ci deve portare ad una redifinizione dell’etica a livello planetario, iniziando a considerare ingiuste tutte le azioni che arrecano danno all’ambiente e all’umanità, sia presente che futura.

Detto altrimenti, ogni nostra azione non ha effetto solo sui nostri vicini o sul territorio circostante, ma sommata alle azioni di milioni di altri può avere un impatto significativo su tutto il pianeta e sul futuro stesso dell’umanità. L’impatto oggi è soprattutto negativo.

Ogni volta che emettiamo CO2, facciamo la nostra parte (e alcuni più di altri) nell’alterare il clima della terra con un ritmo che non ha precedenti negli ultimi 800 000 anni e con conseguenze gravissime per milioni di persone nei decenni a venire, soprattutto nei paesi più poveri.

Mantenere il nostro “stile di vita” occidentale significa spesso aggredire risorse minerarie, terra agricola, acqua e foreste a un livello insostenibile. Cosa resterà per i nipoti (e forse anche per i figli)?

Queste considerazioni non ci devono spingere alla paralisi, alla disperazione o all’impotenza. La buona notizia è che siamo ancora in tempo per fare qualcosa e possiamo usare questo tempo per modificare poco per volta le nostre azioni verso un modello più sobrio e sostenibile: risparmio energetico, energie rinnovabili, meno viaggi, meno sprechi, meno gadgets inutili, più bicicletta, più alimenti vegetali…

Tuttavia, chi ha tempo non aspetti tempo: questo è davvero il Kairos, il tempo opportuno per il cambiamento: non è detto che si ripresenti.

Diversi pensatori illustri hanno inaugurato la stagione dell’etica planetaria: ricordo Hans Jonas, con il principio di responsabilità, Arne Naess, con l’ecologia profonda e Ivan Illich con la convivialità. Più recentemente Donald Brown ha anche sviluppato il campo dell’etica del clima.

Dedichiamo del tempo a questi pensieri e facciamoci parte integrante di un cambiamento positivo, immaginandoci, come ha scritto il poeta cinese Ai Qing,  il “sereno aperto sorriso” che ci rivolgeranno coloro che non sono ancora nati.

Immagine NOAA



Effetti del global warming sull\’umanità





EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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