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Moria di delfini nel Mediterraneo, si aggrava il bilancio: 42 ritrovamenti sulle coste italiane

Ve ne abbiamo parlato giusto ieri della moria di delfini che dai primi dell’anno sta facendo ritrovare decine di carcasse spiaggiatesi sulle coste tirreniche italiane dalla Toscana in giù.

Ieri vi abbiamo parlato di 34 ritrovamenti ma oggi, secondo il Ministero dell’Ambiente, il bilancio si è aggravato, e non di poco:

Si aggrava in queste ore il bilancio dei delfini morti nel Tirreno dopo le recenti segnalazioni da parte della rete scientifica di monitoraggio predisposta dal ministero dell’Ambiente. Sono 8 i nuovi spiaggiamenti di carcasse di delfino nella varietà stenella striata (stenella coeruleoalba).

si legge in un comunicato del Ministero; numeri che farebbero balzare in alto, a 42 esemplari totali, il brutto bilancio di morte dei mammiferi marini.

Lo stesso Ministero dell’Ambiente parla di mortalità anomala, confermando l’ipotesi del batterio photobacterium damselae, che può causare sindrome emolitica e lesioni ulcerative, come causa infettiva più probabile dei decessi dei mammiferi.

I nuovi ritrovamenti, secondo il Ministero, si sono verificati:

in 3 casi fra Campania e Calabria (segnalati dall’istituto zooprofilattico del mezzogiorno, Sezione di Salerno) a:
– Sapri (SA) cod. 4 (pessimo stato di conservazione);
– Napoli cod. 2 (discreto stato di conservazione);
– Castelvolturno (CE) cod. 4 (pessimo stato di conservazione).

2 casi in Sicilia (segnalati dall’istituo zooprofilattico della Sicilia, sezione Palermo-Caltanissetta-Messina):
– Patti (ME) cod. 3 (mediocre stato di conservazione);
– Scicli (RG) cod. (al momento ignoto).

2 casi nel Lazio (segnalati da IZS Toscana e Lazio) a:
– Fondi (LT) cod. 2 (discreto stato di conservazione);
– Tarquinia (VT) cod. 4 (pessimo stato di conservazione).

E di 1 caso in Toscana (segnalato da IZS Toscana e Lazio, sezione di Grosseto) a:
– Orbetello, Feniglia (GR) cod. (non ancora attribuito).

Tutti, dunque, sulle coste tirreniche dello Stivale, così come i loro sfortunati amici spiaggiatisi nelle ultime settimane: a fronte di una media storica di 4 esemplari di stentelle l’anno morte in circostanze simili, è evidente che una misura dieci volte superiore non può che far preoccupare gli esperti che stanno studiando il fenomeno.

Per queste morti anomale, tutte verificatesi tra Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, sembra che si possa escludere qualsiasi correlazione con attività umane (anche dolose, come sversamenti di petrolio o di sostanze inquinanti, ricerche geosismiche o esercitazioni militari).

Per questo motivo

nelle prossime settimane i ricercatori approfondiranno l’eventuale presenza di virus e l’eventuale fioritura di alghe anomale.Il ministero dell’Ambiente sta monitorando da vicino la situazione grazie alla rete scientifica appositamente voluta e finanziata dal dicastero: Università di Pavia, Università di Padova, Asl, Istituti Zooprofilattici e Arpat. Inoltre il ministero dell’Ambiente ha allertato il Reparto ambientale marino (Capitanerie di Porto e Guardia costiera).

Al ministero sono inoltre in attesa del confronto tra i dati meteo-marini degli ultimi mesi e eventuali spiaggiamenti avvenuti in Francia e Spagna, al fine di avere un quadro della situazione più completo.

Via | Ministero dell’Ambiente
Foto | TmNews

A.S.

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