Questo pomeriggio il Consiglio di Stato ha dato il via libera al decreto salva-emergenza per i rifiuti di Roma bloccato dal Tar l’8 febbraio scorso.
Il decreto, firmato dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, prevede che una parte dei rifiuti prodotti dalla Capitale vengano trattati dagli impianti di Trattamento meccanico biologico sparsi nel Lazio, per poi tornare a Roma e venire smaltiti nella grande discarica di Malagrotta.
Proprio sullo sblocco o meno, secondo il ministro Clini, dipendeva il prossimo futuro della città di Roma, che avrebbe rischiato di trovarsi senza la possibilità di smaltire le 5mila tonnellate al giorno di immondizia che produce.
Un’ottima notizia. Possiamo rimetterci al lavoro, abbiamo poco tempo per evitare l’emergenza rifiuti a Roma.
E’ il laconico commento del ministro all’Ansa. Il decreto salva-emergenza aveva permesso al commissario straordinario Goffredo Sottile di individuare quattro impianti nel Lazio per supportare il trattamento di 1200 tonnellate al giorno di rifiuti romani.
Recentemente in una relazione del NOE dei Carabinieri, incaricato da Clini di effettuare alcuni rilievi sugli impianti, è emerso che questi sono sottoutilizzati e pertanto possono sostenere il carico di lavoro proveniente dalla Capitale.
A Roma intanto anche il sindaco Gianni Alemanno tira un sospiro di sollievo:
E’ molto importante che il Consiglio di Stato abbia rimesso il commissario Sottile in condizione di operare sospendendo la sentenza del Tar. Dobbiamo recuperare il tempo perso per questa vicenda e portare il più presto possibile l’emergenza rifiuti a Roma e nel Lazio alla normalità.
Il commento del sindaco di Colfelice (Fr) Bernardo Donfrancesco è invece durissimo: il Comune aveva ricorso, con altri, al Tar chiedendo il blocco del decreto, richiesta avanzata a causa del “rischio invasione” di immondizia nella cittadina del frusinate.
Per noi è un fatto grave soprattutto perchè si erano nutrite buone speranze dopo la decisione del Tar del Lazio che era arrivata con motivazioni fondate e oggettive. Ora ripartiranno le proteste e ci saranno reazioni dure. […] Alla vigilia delle elezione questa decisione arriva in un momento inopporuno determinerà ancora più disaffezione verso le istituzioni.
E’ invece, forse, una fortuna che una notizia del genere sia giunta poco prima del silenzio elettorale che precede il voto di domenica e lunedì: materiale del genere, in campagna elettorale, spesso diventa esplosivo che si traduce nel solito, esausto, paese del Gattopardo.
Via | Ansa
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