Con l’ultimo dato aggiornato, la Rete nazionale spiaggiamenti mammiferi, creata in collaborazione tra il Ministero dell’Ambiente e quello della Salute, ha elaborato il primo rapporto (seppur provvisorio) sulla vicenda; scrive il Ministero dell’Ambiente:
il 50% delle stenelle finora esaminate (12 su 24) è risultato infetto dal virus del morbillo (dolphin morbillivirus), responsabile in passato di due gravi epidemie nel Mediterraneo (tra il 1990 e il 1992 e tra il 2006 e il 2008) e di altri episodi analoghi nel resto del mondo.
Sarebbe dunque non il batterio photobacterium damselae, che può causare sindrome emolitica e lesioni ulcerative ai mammiferi marini, ma il virus del morbillo la causa di questi numerosi decessi.
La prima ipotesi infatti, quella dell’infezione di origine batterica, è stata ridimensionata dalla Rete istituita dal ministero, seppur nel 60% dei casi sia stata riscontrata la presenza del batterio;
Il ruolo di questo agente nell’anomalia in corso rimane tuttavia ancora da comprendere.
I ricercatori hanno evidenziato un quadro generale piuttosto critico: tutti gli esemplari osservati infatti erano infestati da parassiti, indice di un quadro immunitario fortemente compromesso. Sull’eventualità che queste morti siano correlate all’inquinamento il ministero scrive chiaramente:
Si tende comunque a escludere episodi di tossicità acuta dovuta all’inquinamento, poiché una circostanza di questo tipo avrebbe danneggiato più specie e tutte nello stesso momento.
E’ stata confermata la continuazione dei rilievi e delle ricerche di ulteriori mammiferi spiaggiati.
Via | Ministero dell’Ambiente
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