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La pressione umana sull’ambiente accelera le estinzioni ma il peggio deve ancora venire

Lo  sviluppo economico (misurato dall’aumento del PIL), l’aumento della popolazione umana e il maggior prelievo di risorse hanno minacciato molte specie di animali e piante nel corso del ventesimo secolo, a volte causandone l’estinzione.

E’ il risultato di un ampio  studio realizzato dall’Università di Vienna che ha correlato la percentuale di specie minacciate nei vari paesi europei con tre indicatori della pressione umana sull’ambiente: densità di popolazione, PIL pro capite e HANPP, cioè l’appropriazione umana della produttività primaria netta della natura.

E’ stata trovata una correlazione significativa, per cui le nazioni con il maggiore impatto sull’ambiente sono anche quelle con il maggiore numero di specie minacciate.

Se la cosa vi sembra abbastanza ovvia è perchè non avete ancora ascoltato la fine della storia. La correlazione non riguarda l’impatto dell’anno 2000, e nemmeno del 1950, ma quello dell’anno 1900! Detto altrimenti, occorrono vari decenni perchè  i danni all’ambiente naturale causati dalle attività antropiche si possano manifestare pienamente.

Concludono i ricercatori:«Nonostante recenti azioni di conservazione, i rischi di larga scala della biodiversità sono apparsi con un ritardo considerevole rispetto all’attuale livello di pressione socioeconomica. L’impatto negativo delle attività umane sull’ecosistema di oggi si manifesterà chiaramente solo nei decenni futuri… Molte specie oggi minacciate potrebbero già essere destinate all’estinzione.

In Europa tra il 1900 e il 2000 la densità di popolazione è cresciuta del 75%, l’appropriazione di risorse naturali del 30% e il PIL del 580%. Quale devastazione creerà questo impatto tra cinquant’anni?

Nella foto: alcune tra le centinaia di specie di animali estinti nel corso del 20° secolo: rospo dorato (1989), la tartaruga dell’isola Pinta (2012) e il passero di mare della Florida (1990).

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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