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CO2 a 395 ppm per colpa delle emissioni di petrolio gas e carbone

Come scrive Roberto Saviano in Gomorra, le discariche sono l’emblema del ciclo economico. La più grande discarica utilizzata dall’umanità è l’atmosfera, dove da oltre 250 anni si riversa la CO2, ultimo rifiuto prodotto da tutte le attività umane.

E’ una discarica invisibile, ma è una discarica abusiva, perchè ogni anno buttiamo in atmosfera molto più biossido di carbonio di quanto l’ambiente ne possa assorbire. La CO2 non si nota, ma alla fine farà più danni globali di tutte le discariche terrestri.

Ora siamo quasi a quota 395 ppm (1). Il grafico in alto riporta la concentrazione di CO2 misurata a partire dal 1959 raffrontata con le misurazioni storiche effettuate sulle bollicine d’aria intrappolate a profondità crescenti nel ghiaccio antartico (2).

Per tutta la storia dell’umanità (3) la concentrazione è rimasta intorno ai 280 ppm, poi ha subito una incredibile accelerazione con la combustione del carbone nell’800 e una ancora più rapida a con l’aggiunta di petrolio e gas nel ‘900. Mai si era vista prima una così netta impronta dell’azione umana sul pianeta. Per la prima volta possiamo dire che c’è qualcosa di nuovo sotto il sole.

Nessuna innovazione geniale, nessuna tecnologia smart ci potrà mettere al riparo dalla crescita della CO2 e dai suoi effetti negativi sull’ambiente: per mitigare i danni (perché è di questo che si parla) possiamo fare solo tre cose:

  1. usare fonti energetiche rinnovabili;
  2. ridurre i nostri consumi smodati
  3. smettere di tagliare alberi e piantarli ovunque sia possibile.

Sul primo punto a livello globale ci stiamo muovendo abbastanza bene, anche se a mio parere non abbastanza in fretta. Sugli altri due la questione è molto, molto più difficile. Forse dovremmo guardarci il grafico della CO2 ogni mattina per ricordarci di non sprecare e di rimandare lo shopping.

(1) ppm significa parti per milione in termini atomici oppure di volume (il che è la stessa cosa per via del principio di Avogadro). 1 pmm di CO2 sembra una quantità infinitesima, ma in realtà si tratta di 1 cm³ rispetto ad 1 m³ d’aria. Essere a quota 395 ppm significa che ogni m³ d’aria contiene due bei bicchieri di CO2. Mi fa impressione pensare che quando ho iniziato a scrivere di ambiente nei blog la CO2 era a 380 ppm ed è cresciuta di 15 ppm in meno di 7 anni.

(2) Fonti: Friedli, Etheridge, Monnin e NOAA

(3) Il grafico si ferma a 1000 anni fa, ma le misurazioni in Antartide sono potute risalire molto, molto più indietro, fino a circa 800 000 anni fa. Questa è un’altra storia e si dovrà raccontare un’altra volta.

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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