Record assoluto di concentrazione Co2, raggiunto il livello massimo degli ultimi 3 milioni di anni

Secondo le ultime rilevazioni del Noaa, National Oceanic and Atmosferic Administration, riferite dall’associazione Greenpeace, la concentrazione dell’anidride carbonica in atmosfera ha raggiunto un record poco inviciabile, superando le 400 parti per milione (ppm): non succedeva da ben 3 milioni di anni.

Lo avevamo già scritto pochi giorni fa noi di Ecoblog, e probabilmente la notizia di oggi conferma quanto affermato il 29 aprile: lo studio Noaa è circoscritto, e va interpretato e letto per quello che è.

Tuttavia, è innegabile che le cattive abitudini umane post-rivoluzione industriale non hanno fatto un gran bene al pianeta, portandolo indietro di ben 3 milioni di anni, quando l’homo sapiens si arrampicava ancora sugli alberi: la Noaa, che è uno degli enti ambientali più accreditati negli Stati Uniti, traccia una realtà brutta, pericolosa, poco edificante per l’intelligenza umana:

Gli attuali livelli di concentrazione di CO2 in atmosfera furono raggiunti tra i 3,2 e i 5 milioni di anni fa: quando le temperature medie erano tra i 3 e i 4 gradi centigradi più alte di adesso e le regioni polari più calde di 10 gradi centigradi rispetto a oggi. L’estensione dei ghiacci era molto limitata, rispetto a quella attuale, e il livello dei mari tra i 5 e i 40 metri più alto.

ha spiegato Greenpeace. In realtà, questo non viene spiegato da nessuno, i rilievi Noaa sono stati effettuati tutti al Mauna Loa Observatory, nelle isole Hawaii, e quindi riguarda quella specifica zona del pianeta; certo è che, nonostante la circoscrizione delle indagini, l’allarme è di quelli importanti.

I grafici infatti mostrano un trend verticale, una costante crescita della concentrazione di Co2 nell’atmosfera terrestre: il tasso di crescita annuo è altissimo, fortemente preoccupante. Basti pensare, ad esempio, che prima della rivoluzione industriale la concentrazione di Co2 era appena di 280ppm.

Se le emissioni di gas serra continueranno con questo ritmo si raggiungeranno le 1.000 parti per milione nel giro di 100 anni.

ha dichiarato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. Se a questo aggiungiamo che la soglia di sicurezza, secondo il climatologo James Hansen, dovrebbe attestarsi a 350 parti per milione, viene da se la necessità urgente di fare qualcosa. E farlo presto.

La nostra dipendenza dalle fonti fossili ci ha condotti oltre l’ennesima soglia di distruzione del clima. […] l’alternativa per una vera rivoluzione energetica esiste oggi ed è concreta e praticabile nelle fonti rinnovabili e nell’efficienza energetica.

ha spiegato Boraschi. Diminuire le emissioni (che stanno aumentando), spingere per l’applicazione universale della seconda parte del Protocollo di Kyoto, sganciarsi dalla dipendenza dal carbone e dalle fonti fossili (il boom dello shale gas ha avuto un enorme impatto sulle emissioni di Co2), istituire una carbon-tax che colpisca i soggetti più inquinanti, tutti provvedimenti che secondo i dati di Noaa sono oggi diventati urgenti.

Di questo il mondo ha un grande bisogno.

Via e Foto | Noaa

A.S.

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