Categories: Inquinamento

La Malesia è in una nube di smog

Anche la Malesia sta provando sulla propria pelle, sarebbe meglio dire, nei propri polmoni, gli effetti di uno sviluppo senza controllo. Il Governo malese ha dichiarato lo stato di emergenza in due distretti meridionali soffocati dallo smog e da alcuni incendi in atto nelle foreste dell’Indonesia. 

Il Ministro dell’Ambiente G. Palanivel ha dichiarato che l’indice di inquinamento atmosferico (API) ha raggiunto quota 750 a Muar – il più alto degli ultimi sedici anni – e ha superato il livello di guardia anche nel distretto di Ledang. 

La capitale della Malesia, Kuala Lumpur, è immersa in una coltre di smoge la visibilità è ormai scesa meno di a un chilometro. Il fenomeno è scatenato dai monsoni che spirano dall’Indonesia e da Sumatra verso Malesia e Singapore. 

L’API più alto mai registrato in Malesia fu quello che toccò gli 860 punti nel 1997-1998 e anche nel 2005 fu dichiarata un’emergenza dopo il superamento di quota 500. A Muar centinaia di scuole sono state chiuse e molti malesi hanno iniziato a indossare maschere  per il viso. 

Anche se il governo indonesiano ha bandito l’utilizzo del fuoco a terra, il divieto è in gran parte ignorato. Gli incendi sono indotti per deforestare e fare posto alle piantagioni di olio di palma che invade i mercati di tutto il mondo. Il danno ecologico, in un’ottica di medio-lungo termine, è enorme, mentre i danni economici sono stati toccati con mano nel 1997-1998 quando a causa dello smog e della foschia circa 9 miliardi di dollari sono andati in fumo fra viaggi aerei annullati e altre attività commerciali dell’area del Sud East asiatico.

I gruppi ambientalisti sostengono che questi problemi non si sarebbero verificati se il Governo dell’Indonesia avesse applicato effettivamente le proprie leggi.

Via | Japan Times 

Foto © Getty Images

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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