Spazzatour, il M5s nella Terra dei Fuochi

Quest’oggi una delegazione di circa 70 parlamentari pentastellati si trova in uno dei luoghi con meno legalità e maggior tasso d’inquinamento d’Italia: la Terra dei Fuochi, quel vastissimo territorio campano utile per interrare, bruciare, “discaricare” illecitamente i veleni che da ogni parte d’Italia la camorra, e lo Stato, si fanno carico di smaltire.

Certo, non è la prima volta che un gruppo di parlamentari fanno valere il loro potere ispettivo per verificare lo stato di totale illegalità, degrado e di altissimo inquinamento della Campania: si sono scritti libri, articoli di giornale, sono state presentate decine di interrogazioni parlamentari, la Terra dei Fuochi è stata in un certo senso “casa” della Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Gaetano Pecorella, incaricata di indagare sugli illeciti nello smaltimento dei rifiuti. Altrettanto vero è che iniziative volte a riaccendere i riflettori, al posto dei roghi, su questo territorio martoriato andrebbero accolte sempre con gioia.

La delegazione a 5 stelle, che avrà come ciceroni i campani pentastellati, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, la senatrice Paola Nugnes, i deputati Vega Colonnese, Carlo Scibilia, Luigi Gallo e Salvatore Micillo, è partita con il dichiarato intento di sensibilizzare il resto del paese sulla realtà campana e contemporaneamente dare lustro a due progetti di legge con targa a 5 stelle.

Il primo, depositato alla Camera ed avente Micillo come primo firmatario, relativo ad un inasprimento delle pene per i reati contro l’ambiente con l’introduzione delle aggravanti per “associazione eco-mafiosa”, mentre il secondo, al Senato e attualmente in fase istruttoria, che prevede la creazione di un sistema di monitoraggio più accurato in materia ambientale.

Una visita, quella dei cinque stelle, utile in effetti ad accendere i riflettori sullo scenario campano, distrutto da una gestione emergenziale (a destra come a sinistra) disastrosa, in cui lo Stato ha acquisito conoscenze e modus operandi direttamente dalla camorra (come è il caso del Parco Nazionale del Vesuvio, ad esempio), ma che contemporaneamente ha contribuito all’innalzarsi delle solite sterili polemiche: è il caso, ad esempio, di Pina Picerno, responsabile antimafia del Pd, che non ha accolto di buon grado l’iniziativa del M5s bollandola come semplice “spettacolarizzazione”:

“Ormai abbiamo imparato che per il M5S il confine tra spettacolo e politica è sottile, quasi impalpabile. Il tour annunciato nella terra dei fuochì è una spettacolarizzazione di cattivo gusto: se non bastasse il titolo dal tono goliardico del tutto fuori luogo (“Spazza tour”), la delegazione di parlamentari che viaggerà a bordo di un pullman tra il territorio a nord di Napoli e il casertano somiglia molto a un safari a uso mediatico.”

Una posizione francamente censurabile, quella della responsabile antimafia dei democratici, indipendentemente dalle idee politiche: è innegabile infatti lo stato critico in cui versa la zona nord di Napoli e il casertano, come innegabile è la compromissione ambientale ad ampissimo spettro di tutto il territorio. In tal senso qualunque iniziativa volta anche solo a ricordare al paese che esiste la Campania, cosa che spesso sembra il Pd voglia cercare di non fare, va accolta di buon grado e con entusiasmo: in caso contrario diventa lotta politica, ma rischia poi di sintetizzarsi con quel controllo del consenso attraverso i rifiuti denunciato più volte da Ecoblog, l’ultima pochi giorni fa, con la presentazione del libro “Il rifiuto del Sud” di Massimiliano Iervolino.

Altrettanto certo è che osservare “dai finestrini” la realtà campana, e per un solo giorno, è francamente riduttivo per comprenderne la natura del problema, anche se va detto che la Campania, diversamente, sarebbe certo una regione completamente abbandonata al suo orrido destino. Per questo bisogna accogliere determinate iniziative in modo più propositivo: solo con la conoscenza, e con l’approfondimento della conoscenza (cosa che spesso il M5s dimentica colpevolmente di fare), è possibile arrivare ad una consapevolezza collettiva su quanto il tema campano sia in verità un tema nazionale. Anche politicamente parlando.

A.S.

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