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Golfo del Messico: piattaforma in fiamme, torna la paura

 

Mentre entra nel vivo il processo per la marea nera provocata dall’incidente della Deepwater Horizon, nel Golfo del Messico torna la paura per un incendio che è divampato ieri in un impianto di trivellazione situato a 88 chilometri di distanza dalle coste della Louisiana.

L’incidente ha reso necessaria l’evacuazione di 44 operai. L’impianto, gestito dalla ditta Hercules per conto della compagnia petrolifera Water Oil & Gas Corporation è costruito a 47 metri di altezza sopra il livello del mare.

I vigili del fuoco hanno combattuto contro le fiamme che si sono diffuse dopo una perdita dell’impianto di perforazione. La Us Coast Guard che si occupa della gestione dell’emergenza ha inviato un battello di 27 metri con un gruppo di personale specializzato nel gestire questo tipo di emergenza: la nave antincendio ha gettato acqua e schiuma sull’incendio della piattaforma Hercules 265 Rig e hanno partecipato alle operazioni di soccorso anche un aereo bimotore e un elicottero.

Secondo le ultime notizie il gas naturale ha smesso di fuoriuscire. Le operazioni di soccorso sono riuscite a limitare i danni e nessuno è rimasto ferito durante l’incidente, ma le fiamme hanno danneggiato pesantemente un impianto di perforazione.

Gli incidenti alle piattaforme petrolifere sono sempre più frequenti. Pochi giorni fa Greenpeace aveva denunciato ben 55 perdite in un mese dalle piattaforme situate nel Mare del Nord. Incidenti che hanno un costo ecologico altissimo e che, per chi è stato colpito – anche solo indirettamente – da tragedie come quella della Deepwater Horizon, conducono a uno stato d’allerta permanente. Non ci si chiede più se, ma quando si dovrà fare i conti con la prossima marea nera.

Foto | U.S. Coast Guard

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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