Legge pro ciclisti in Gran Bretagna: la proposta acchiappa-voti dei LibDem

Sarà che da due anni vincono il Tour de France (prima con Bradley Wiggins, poi con il “kenyano” Chris Froom), sarà che i movimenti di rotafissati e di ciclisti urbani spuntano come funghi, sarà, soprattutto, che il vulcanico sindaco di Londra Boris Johnson ha stilato un cycling action plan che ha rimodellato la viabilità della capitale, ma in Gran Bretagna la bicicletta sta diventando una cosa terribilmente seria.

Favoriti dalle piste ciclabili frotte di ciclisti invadono la città rinunciando ad auto, metro e bus per muoversi e rilassarsi con una sana pedalata. La cyclingmania è contagiosa, basta farsi un giro sui social media o analizzare i dati delle importazioni di biciclette (molte dal Belpaese). All’Eroica, la gara che si disputa in Chianti su biciclette d’epoca, ci sono più stranieri che italiani e la parte del leone la fanno sempre gli inglesi.

La rivoluzione ciclistica britannica ormai ha fatto il grande salto: le due ruote non sono più viste come strumento di svago, ma come mezzo di trasporto alternativo al traffico motorizzato.   

La politica, dunque, si sta accorgendo che politiche per la ciclabilità possono garantire un bacino sempre più ampio di voti.

Julian Huppert, deputato dei LibDem che sostengono i Tory al governo ha lanciato una proposta: gli automobilisti che abbiano un incidente con un ciclista saranno ritenuti responsabili a meno che non possano provare il contrario. Una presunzione di colpevolezza che i ciclisti sconteranno nei confronti dei pedoni che dovessero investire.

Ma non ci si fermerà alla regola del “presumed guilty”:  verrà chiesta al governo una maggiore repressione contro le auto che invadono le piste ciclabili, ma, allo stesso tempo, anche le ingiunzioni ai ciclisti a rispettare fedelmente le regole del codice della strada. In parlamento si è creato un gruppo interpartitico a favore della bicicletta: ne fa parte il campione olimpico ed ex primatista dell’Ora Chris Boardman che invita a seguire il modello del cycling action plan londinese di Boris Johnson. 

Da Londra alla Gran Bretagna, la bicicletta tenta di riprendersi le strade, d’altronde è questo uno dei primi Paesi in cui il mezzo si è diffuso e la Storia, si sa, è fatta di corsi e ricorsi. 

Via | The Times

Foto © Getty Images

 

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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Tags: Biciclette

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