L’emergenza Fukushima non si attenua, anzi, secondo le ultime rilevazioni il serbatoio che contiene acqua contaminata nella centrale giapponese di Fukushima è 18 volte più alto rispetto al 22 agosto con una radioattività di 1.800 millisievert all’ora, quantità in grado di uccidere una persona dopo un’esposizione di quattro ore. Ad annunciarlo è la Tepco, l’operatore che ha in gestione la centrale nipponica. Nella misurazione del 22 agosto il livello era di 100 millisievert/ora, il doppio della soglia di esposizione per i lavoratori delle centrali.
In luglio la Tepco aveva annunciato una perdita e l’agenzia per la sicurezza nipponica aveva successivamente elevato la gravità dell’incidente dal livello 1 (anomalia) al livello 3 (incidente grave).
Intanto un gruppo di ricercatori australiani ha pubblicato di recente sulla rivista specializzata Deep Sea Research Part I: Oceanographic Research Papers uno studio che prevede l’arrivo dell’acqua radioattiva fuoriuscita dopo gli incidenti successivi allo tsunami dell’11 marzo 2011 sulle coste californiane non più tardi dell’aprile 2014.
Non ci saranno pericoli per la salute in quanto il tasso di radioattività, diluito nell’oceano in tre anni di diffusione, sarà inferiore ai limiti ammessi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Lo studio sulle correnti marine (che hanno già trasportato i detriti dell’incidente sulle coste californiane e statunitensi) ha permesso di quantificare temporalmente la conclusione della traversata. Alla base del l’itinerario della radioattività (in particolare il cesio 137) vi è la corrente Kuroshio che è il corrispondente pacifico della corrente del Golfo Atlantica.
Via | Science Direct | Ansa
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