Quella delle energie rinnovabili è una delle nuove frontiere del business mafioso, come molta cronaca degli ultimi mesi ha dimostrato. L’ultima confisca, in ordine di tempo, è quella che è stata effettuata dalla Direzione Investigativa Antimafia ai danni di Vito Nicastri. All’imprenditore alcamese di 57 anni, attivo sia nel settore del fotovoltaico che in quello dell’eolico sono stati sequestrati beni per 3,5 milioni di euro.
Il provvedimento è scaturito da un’indagine del Tribunale di Trapani, sulla base della proposta di applicazione di misure di prevenzione patrimoniale e personale avanzata dal direttore della Dia che aveva già consentito di confiscare a Nicastri un patrimonio del valore di oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro.
L’indagine della magistratura ha permesso di risalire ai collegamenti fra l’attività imprenditoriale di Nicastri e noti membri della consorteria della Cosa Nostra trapanese, molto vicini al latitante Matteo Messina Denaro. Il provvedimento di confisca ha interessato numerosi conti correnti bancari e rapporti finanziari, attestati in istituti di credito siciliani e lombardi.
Via | Tm News
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