Un’altra brutta storia da Lampedusa, ma, questa volta, lo scandalo viene dai cieli sopra quella che è diventata la porta degli immigrati che vogliono raggiungere l’Italia dal Nord Africa. Dopo la tragedia dello scorso 3 ottobre, nella quale hanno perso la vita 364 migranti, il ministro della Difesa, Mario Mauro, dichiarò quelli che sarebbero stati i mezzi aeronavali impiegati nelle operazioni di controllo e salvataggio Mare Nostrum: fra questi vi erano i quattro elicotteri della Marina, gli Ab 212 AS, finiti nella bufera ad agosto, dopo una denuncia del Partito per la tutela dei militari.
In un carteggio fra la ditta costruttrice AgustaWestland (facente parte della “galassia” Finmeccanica) e il Segretariato generale della Difesa e direzione nazionale degli armamenti veniva fuori che nella flotta degli elicotteri in dotazione dei vari corpi militari italiani era alto il rischio di contaminazione da amianto. Un rischio noto alle autorità militari sin dal 1996. Negli elicotteri l’amianto è presente nelle guarnizioni, nei condotti e nei tubi, ma anche nelle pastiglie dei freni.
La notizia aveva portato all’apertura di due inchieste giudiziarie delle procure militari di Roma e Napoli e un’altra della procura di Torino e si era parlato della bonifica immediata dei quattro velivoli.
Se l’aeronautica ha provveduto alla sostituzione delle parti in amianto gli altri corpi hanno provveduto a incapsulare le parti a rischio contaminazione con il sigillante Proseal 700.
Ma la situazione sembra essere tutt’altro che risolta. Luca Comellini, segretario del Partito di tutela dei militari ha denunciato – fotografie alla mano – che l’incapsulante Proseal 700 non ha dato gli effetti sperati. I militari restano esposti al pericolo amianto. Proprio sugli elicotteri dell’operazione che dovrà salvare le vite dei migranti che fanno rotta verso le coste italiane.
Via | Repubblica
Foto © Getty Images
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