È il rinoceronte la specie animale che, secondo il Wwf, ha subito il maggiore incremento di perdite rispetto al 2012, fra quelle considerate a rischio di estinzione. Nel corso degli ultimi dodici mesi ben 919 rinoceronti, ovverosia il 50% in più rispetto al 2012, sono stati oggetto di bracconaggio nella parte meridionale del continente africano. Una cifra che conferma come il bracconaggio sia, a tutt’oggi, un’attività fuori controllo, nonostante le politiche messe in campo dai governi, primo fra tutti quello statunitense, per contrastare il fenomeno.
Secondo il Wwf i bracconieri sono inseriti all’interno di organizzazioni e criminali e la loro attività è tutt’altro che improvvisata. Il bracconaggio si è modernizzato e nelle battute di caccia, ormai, i bracconieri sono dotati di apparecchi per la visione notturna, elicotteri e armi automatiche. Sul mercato nero che trova sbocco principalmente nei Paesi asiatici, le corna di rinoceronte vengono vendute a 16.300 euro al chilo.
All’altra estremità della graduatoria compilata dal Wwf (che compie un monitoraggio annuale sulle 21286 specie animali minacciate a causa dei cambiamenti climatici, dell’agricoltura e del commercio illegale) c’è il leopardo dell’Amur, anche noto come leopardo della Manciuria la cui popolazione è cresciuta del 50% negli ultimi cinque anni, anche se il numero totale degli animali resta esiguo, appena 50 esemplari.
La crescita della Panthera pardus orientalis è stata dovuta, principlamente, alla creazione di un nuovo Parco nazionale nell’Estremo oriente russo. L’animale, uno dei “mammiferi più rari del pianeta”, vive fra Russia, Cina e Corea del Nord ed è ricercato per la sua particolare pelliccia maculata.
Via | Le Monde
Foto © Getty Images
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