Era già successo in Ucraina, prima degli Europei di calcio del 2012 e delle Olimpiadi di Pechino 2008, ora anche a Sochi, la città che fra qualche giorno ospiterà i Giochi Olimpici invernali è iniziata la caccia ai cani randagi.
Non solo il timore delle bombe, i danni ecologici e ambientali e la polvere dei ritardi da scopare sotto il tappeto: ora la città dovrà risolvere anche la “pratica” dei cani randagi, il cui scorrazzare liberi per la città potrebbe essere, secondo i russi, un grave danno di immagine.
Abbiamo un obbligo verso la comunità internazionale, c’è un evidente problema con gli animali per le nostre strade e il meotodo più veloce per risolverlo è ucciderli,
ha detto Sergei Krivonosov, un deputato della regione di Krasnodar.
Secondo gli attivisti saranno circa 2mila gli animali uccisi, fra cani e gatti randagi. Anche la Basya Services che si occupa del contenimento degli animali nella zona ha confermato il via delle operazioni:
Io sostengo il diritto delle persone di girare liberamente per le strade senza paura di essere attaccati e diciamo le cose come stanno: i cani sono spazzatura,
ha dichiarato il direttore Alexei Sorokin.
Una vicenda che ricorda quanto avvenne nel 1910 a Costantinopoli quando migliaia i cani randagi che si aggiravano per la città furono catturati da squadroni di poliziotti curdi, ammassati in gabbie e traghettati a bordo di chiatte su Oxia, un isolotto deserto del Mar di Marmara. Abbandonati senza né acqua, né cibo, morirono e il fetore delle loro carcasse arrivò sino a Istanbul. Chienne d’Histoire, commovente corto d’animazione di Serge Avedikian che proponiamo in apertura, racconta una storia che sta per ripetersi a un secolo di distanza.
Via | Corriere
Video | Youtube
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