Sochi 2014, cani e gatti via dalle strade: “Una questione di immagine”

Era già successo in Ucraina, prima degli Europei di calcio del 2012 e delle Olimpiadi di Pechino 2008, ora anche a Sochi, la città che fra qualche giorno ospiterà i Giochi Olimpici invernali è iniziata la caccia ai cani randagi.

Non solo il timore delle bombe, i danni ecologici e ambientali e la polvere dei ritardi da scopare sotto il tappeto: ora la città dovrà risolvere anche la “pratica” dei cani randagi, il cui scorrazzare liberi per la città potrebbe essere, secondo i russi, un grave danno di immagine.

Abbiamo un obbligo verso la comunità internazionale, c’è un evidente problema con gli animali per le nostre strade e il meotodo più veloce per risolverlo è ucciderli,

ha detto Sergei Krivonosov, un deputato della regione di Krasnodar.

Secondo gli attivisti saranno circa 2mila gli animali uccisi, fra cani e gatti randagi. Anche la Basya Services che si occupa del contenimento degli animali nella zona ha confermato il via delle operazioni:

Io sostengo il diritto delle persone di girare liberamente per le strade senza paura di essere attaccati e diciamo le cose come stanno: i cani sono spazzatura,

ha dichiarato il direttore Alexei Sorokin.

Una vicenda che ricorda quanto avvenne nel 1910 a Costantinopoli quando migliaia i cani randagi che si aggiravano per la città furono catturati da squadroni di poliziotti curdi, ammassati in gabbie e traghettati a bordo di chiatte su Oxia, un isolotto deserto del Mar di Marmara. Abbandonati senza né acqua, né cibo, morirono e il fetore delle loro carcasse arrivò sino a Istanbul. Chienne d’Histoire, commovente corto d’animazione di Serge Avedikian che proponiamo in apertura, racconta una storia che sta per ripetersi a un secolo di distanza.

Via | Corriere

Video | Youtube

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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