Ikea presenta il Report ambientale 2013 e FSC dopo la revoca concede la certificazione

Aggiornamento:
Mentre scrivevo il post ho scritto anche a Ikea Italia per chiedere l’aggiornamento nel merito. L’azienda mi ha risposto con una mail delle 14:05 in cui c’è scritto:

Il 10 marzo 2014 Rainforest Alliance ha annunciato di aver revocato la sospensione del certificato FSC delle operazioni forestali di Swedwood Karelia, in seguito alla valutazione della revisione annuale del comitato di ricorso indipendente. Dopo le verifiche da parte dell’organismo di certificazione, IKEA si è subito attivata per risolvere le deviazioni e la maggior parte delle non conformità sono già state corrette. IKEA è uno dei maggiori acquirenti di legno certificato FSC al mondo. Attualmente il 32% (pari a 4.5 milioni di m3) del legno utilizzato da IKEA è o certificato FSC o riciclato. Il resto del legno che utilizziamo rispetta i requisiti minimi di provenienza richiesti da IKEA, vale a dire non deve provenire da tagli illegali, da aree operazioni forestali implicate in conflitti sociali connesse con la foresta, da are forestali naturali intatto né da foreste ad alto valore di conservazione non certificate, da aree forestali convertite in piantagioni o in usi non forestali, né da organismi geneticamente modificati. Il nostro obiettivo è raggiungere il 50% del legno certificato FSC o riciclato entro il 2017.

Ikea Italia presenta per il nono anno consecutivo il Report ambientale in cui elenca nel 2013 le azioni intraprese per rispettare tutti i parametri di tutela ambientale e sostenibilità relativamente ai negozi presenti nel nostro Paese. Il percorso della sostenibilità di Ikea è dunque sotto la lente e analizzabile e tocca molti punti come l’approvvigionamento energetico, la raccolta e il riciclo dei rifiuti (che sono un costo per le aziende, non dimentichiamolo!) la scelta del cibo biologico e altre campagne come la rivendita di mobili di seconda mano. Ikea tiene all’immagine di azienda sostenibile e ci investe anche molto nonostante alcuni passi falsi poi però rischiano di minare quella fiducia verso il consumatore su cui il colosso svedese punta senza mezzi termini. Proprio un mese fa The Sunday Times ha portato alla luce il criterio con cui alcune foreste sono abbattute per la produzione di legname.

In sostanza Ikea è stata accusata di abbattere gli alberi di 600 anni in foreste protette per la produzione dei suoi mobili. Come risultato, il Forest Stewardship Council (FSC), che promuove la gestione responsabile delle foreste del mondo ha ritirato alla Swedwood, controllata di Ikea, la certificazione relativa. La certificazione era attiva dal 2006 e sottoposta a revisione annuale. La decisione dunque è giunta dopo l’audit sulla raccolta di legname della Swedwood nel nord della Carelia, vicino al confine russo-finlandese, che è sede di una delle ultime grandi foreste europee. Swedwood ha l’autorizzazione a accedere a 700.000 acri evitando però la raccolta degli alberi più antichi e le zone ripide e che non hanno sufficiente copertura arboricola. Sweedwood in un comunicato del 10 marzo Anders Hildeman, Foreste responsabile Gruppo IKEA ha così replicato:

Siamo soddisfatti nell’aver ottenuto la revoca della sospensione del nostro certificato FSC perché è importante per noi dimostrare la nostra gestione forestale responsabile. Il nostro obiettivo è ora quello di continuare il nostro lavoro con una buona gestione forestale e fare in modo la sospensione sia archiviata. Accurati controlli e follow-up mostrano la forza del sistema FSC. Continuiamo a stare saldamente dietro i principi FSC e crediamo che sia il sistema più credibile di certificazione disponibile. Attraverso le nostre politiche di acquisto e di progetti di partenariato continueremo a sostenere la gestione responsabile delle foreste in Russia, che avrà anche un impatto positivo sulla regione della Carelia.

Il rapporto Ambientale dunque giunge in un momento molto delicato per il colosso svedese che tiene a sottolineare come tutto il 2013 e anche gli 8 anni precedenti siano stati programmati sotto la politica della sostenibilità. Infatti, Ikea Italia fa sapere di essere riuscita a avviare al il riciclo il 93% dei rifiuti il che ha portato in 10 negozi su 20 a avere per questa voce ricavi superiori ai costi. Un capitolo che rende particolarmente orgoglioso il colosso dell’arredamento svedese è relativo all’energia; infatti il risparmio energetico è stato pari al 6% il che ha portato a una contrazione delle emissioni di CO2 pari al 9,5%. In totale l’energia elettrica usata proviene per il 95% da fonti rinnovabili in 17 negozi s sono presenti impianti fotovoltaci che hanno prodotto 6.291.179 kWh di energia. In 5 punti vendita sono stati installati impianti di geoscambio per raffrescamento e riscaldamento mentre per la mobilità sostenibile in 19 negozi su 20 è stato disposto il servizio con navetta o mezzi pubblici e il servizio trasporto gratuito per acquisti superiore ai 30 Kg.

Un discorso a parte lo merita il progetto second hand sostanzialmente un mercatino dell’usato per mettere in vendita mobili usati ma in buono stato.

Nei ristoranti il 23% dei prodotti acquistati è stato di tipo biologico ossia su 5.992 tonnellate di cibo circa 1389 tonnellate sono state bio e sono stati venduti 66.467 “menu di pasta BIO” del programma Terre dell’Oasi WWF. Per quanto riguarda la lotta allo spreco in Ikea hanno lavorato alla porzionatura e all sostegno dell’uso della vaschetta per far portare a casa il cibo avanzato.

Altr interventi del colosso svedese hanno riguardato le risorse umane per cui risulta che il 93% degli assunti lo è con contratti di lavoro a tempo indeterminato e il supporto alle campagne internazionali e Ong locali per il sociale.

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Via | Comunicato stampa
Foto | Comunicato stampa

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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Marina Perotta

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