In Africa la capacità di produrre energie rinnovabili dovrebbe quadruplicare entro il 2030 arrivando a 120 GW, secondo le previsioni di Adnam Amin il direttore dell’ Agenzia internazionale per le energie rinnovabili.
Il potenziale delle energie rinnovabili è enorme sostiene Amin, se gli investitori internazionali dedicheranno abbastanza attenzione alla regione. L’Agenzia sta cooperando con 22 paesi dell’Africa Orientale e meridionale per sviluppare le infrastrutture per la generazione e la trasmissione.
Secondo la Banca Mondiale, la produzione elettrica subsahariana è attualmente inferiore a quella spagnola, ma potrebbe superare il gap sviluppando centinaia di progetti a bassa emissione di carbonio. Già oggi, nei paesi del’Africa oreintale si stima che il costo della produzione di energia da vento, acqua, biomasse e geotermico è più basso del costo degli impianti fossili. Il fotovoltaico è per il momento più caro, ma alcuni paesi come il Kenya stanno facendo grandi investimenti anche in questo settore.
Maggiori criticità presenta invece l’idroelettrico, soprattutto per quanto riguarda i grandi progetti come la diga Gibe III che potrebbe sconvolgere l’ecosistema della valle del Nilo (non è solo il petrolio a fare disastri, come in Nigeria). I maggiori beneficiari di questi megaprogetti sono normalmente le produzioni delocalizzate delle multinazionali (come ad esempi l’allumino) più che le popolaizoni locali.
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