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Galline ovaiole, condannata l’Italia dalla Corte di giustizia europea

La LAV nel suo comunicato commenta a caldo la condanna dell’Italia da parte della Corte di Giustizia europea per non aver adeguato le condizioni degli allevamenti di galline ovaiole con gabbie spaziose e migliori condizioni di benessere entro il 1° gennaio 2012:

L’ennesimo regalo del mondo degli allevatori, che espongono ancora una volta l’Italia al pagamento di sanzioni europee che gravano sulle tasche di tutti i cittadini, e questo dopo aver anche tratto benefici dall’incremento del prezzo delle uova e causato sofferenze indicibili agli animali.

Eppure la La Direttiva 1999/74/CE che impone condizioni più salubri per l’allevamento di galline ovaiole risale a 15 anni fa, periodo di tempo lasciato agli allevatori per adeguarsi, ossia per realizzare quelle strutture che contenessero gabbie più ampie, con uno sazio adeguato per il nido, ad esempio. Ma come spiega LAV:

Nonostante i 14 anni di tempo che gli allevatori hanno avuto a disposizione per mettersi in regola, i generosi fondi pubblici – milioni di euro – concessi da alcune Regioni ad allevatori volutamente “ritardatari”, e ben due procedure d’infrazione alla direttiva europea, il mondo dell’allevamento e il Ministero delle Politiche Agricole hanno preteso che gli adempimenti obbligatori fossero posticipati in Italia in un piano volontario di deroghe per altri tre anni!

Per quanto riguarda le sanzioni queste sembrano scongiurate poiché nel frattempo, ossia dal 2012 al 2013 ci sono stati gli adeguamenti richiesti seppur con ritardo e come rileva Euractiv:

Unica notizia positiva: non corriamo il rischio di dover versare sanzioni pecuniarie. Il fatto di esserci adeguati, anche se con ritardo, ci mette al riparo da un ulteriore ricorso della Commissione per ottenere il pagamento di una multa.

Ma quanta inutile sofferenza intanto è stata causata? E sopratutto: valeva la pena di collezionare questa ennessima brutta figura? E noi consumatori cosa possiamo fare? Se proprio teniamo a consumare uova scegliamole provenienti da allevamenti biologici.

Via | Comunicato stampa Lav, Euractiv

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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Marina Perotta

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