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Discarica Pitelli a La Spezia sotto sequestro: si indaga per conoscere i veleni interrati

E’ stato disposto nei giorni scorsi il sequestro da parte della Forestale di un’ampia area a ridosso della collina dei veleni, o discarica Pitelli a La Spezia alle spalle dell’arsenale Militare. Siamo solo alle più recenti battute di una storia iniziata nel 1979 senza troppi clamori e neanche autorizzazioni e che solo oggi si manifesta in tutto il suo tragico dolore, fatto di inquinamento ambientale e morti per inquinamento. Indaga Luca Monteverde PM della Procura di La Spezia che ha riaperto il fascicolo grazie alle indagini degli uomini della Forestale, come scrive ToxicLeaks:

Indagini che si sono consolidate attraverso i riscontri tecnici: l’analisi dei dati dei magnetometri e la ricerca dei metalli infilati nel terreno. Giovedì 12 giugno il Corpo forestale dello Stato di La Spezia ha affondato il primo colpo, scavando con le ruspe a meno di duecento metri dall’antico sito della discarica – oggi in fase di messa in sicurezza – tra l’area della zona chiamata “Campetto” e l’ingresso su via Pitelli.

C’è un filo criminale, e neanche tanto sottile, che unisce la discarica Pitelli, la cui storia affonda le radici negli anni ’80, alle dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone che raccontava ai magistrati degli interramenti con rifiuti pericolosi anche a La Spezia in quella che gentilmente è definita come la collina dei veleni, ma che era sempre stata la collina dei Poeti.

Su Spezia Polis, Daniela Patrucco ricostruisce la storia della collina dei veleni e di quell’inchiesta aperta nel 1997 dalla Procura di Asti, perché a La Spezia tutti tacevano:

Non sono in grado di valutare quanta e quale sia la responsabilità dei mezzi di informazione rispetto al velo di silenzio che si è potuto stendere su questi e altri fatti negli anni precedenti ai primi del 2000. Ho tuttavia piena contezza e idee piuttosto precise sul sistema dell’informazione locale negli ultimi dieci anni e sugli esiti nefasti che un diverso atteggiamento avrebbe (forse) potuto contribuire a limitare indagando e raccontando i fatti. Invece tante veline e poche domande. Mai scomode. Persino la reticenza nel girare al potere le domande dei soliti noti: ambientalisti e comitati. Per tutti, il caso delle 5 Terre – puntualmente raccontato solo a partire dalla pubblicazione delle intercettazioni – e quello della centrale Enel, in stand by in attesa dell’auspicabile intervento della Procura della Spezia. Di inquinamento, qualsivoglia, a Spezia si continua a non parlare in qualche modo legittimando la retorica istituzionale della città che rinasce. Da dove? Non c’è rinascita senza conoscenza e consapevolezza.

Oggi siamo al question time da parte di un consigliere del gruppo Per la nostra città chiede conto all’amministrazione cittadina della situazione in cui versa attualmente la collina dei veleni. La risposta potrebbe giungere il prossimo 23 giugno. Anche il Movimento 5 Stelle chiede conto, sempre all’amministrazione cittadina, Giunta e Sindaco, nel merito degli scavi che si stanno realizzando proprio sulla collina e a cui sembra abbia preso parte anche personale dell’ARPAL:

Il M5S chiede quindi informazioni sullo stato d’avanzamento dei lavori, di conoscere in che modo si è venuti a sapere della presenza di quel sito inquinato e se sia prevista una campagna informativa, vista la gravità della situazione. Inoltre, dal momento che le terre di cavo sono tutte lasciate all’aria aperta, chiede se sia previsto un piano di tutela dei residenti in merito alle esalazioni odorose e se sia previsto uno studio delle contaminazioni delle acque di falda con pubblicazione dei dati acquisiti.

Ma tranquilli tutti: i reati sono prescritti e ora non resta che scavare per capire quanto veleno c’è nella terra e quanto si dovrà lavorare per bonificare. A pagare i cittadini.

Via | Inchiostro scomodo, Il Secolo XIX, Spezia polis
Foto | Courtesy Spezia Polis

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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