EBENDORF, GERMANY - JUNE 12: A new biogas plant stands in Lower Saxony on June 12, 2012 near Ebendorf, Germany. The plant processes natural waste from local farms into electricity, heat and environemntally-friendly fertilizer, and was built by German energy utility Abo Wind AG. Germany is investing heavily into renewable energy sources, especially solar parks and offshore and mainland wind farms, as the government pursues its post-Fukushima policy of shuttering its nuclear energy plants. (Photo by Sean Gallup/Getty Images)
#Ambienteproptetto è il decreto entrato in vigore oggi dopo essere stato cambiato in corso d’opera innumerevoli volte. Alla fine in questo provvedimento, al solito, ci si è infilato un po’ di tutto incluso le autorizzazioni postume alle VIA, ossia le Valutazioni di impatto ambientale, per gli impianti a biogas.
Il ministro Galletti ha così commentato:
Con questo pacchetto di misure vogliamo rendere più efficiente l’intero sistema ambientale, su cui è fondamentale investire per il rilancio del Paese. Lo facciamo con norme che servono a fermare gli scempi compiuti sul territorio nazionale alle spalle dei cittadini e con misure immediatamente operative per difendere il nostro ecosistema, risparmiare soldi e velocizzare le procedure senza recedere di un millimetro sulla tutela dell’Ambiente. Bisogna ‘correre’ verso un’Italia più sicura e sostenibile sotto il profilo ambientale: questo decreto fornisce gli strumenti giusti.
Il fatto è che nell’insieme di tutti i provvedimenti si autorizzano anche gli impianti a biogas che non sembrano essere impianti ecologici e sostenibili: spesso sono impianti da 999 kW che non producono energia sufficiente, bruciano tanto e incassano moltissimi incentivi.
Giovanni Favia ex pentastellato e ora con Laboratorio Bologna, consigliere regionale in Emilia Romagna è intervenuto pesantemente in polemica con il CIB– Consorzio italiano biogas- a proposito dell’eccesso di aflatossine riscontrate nel parmigiano Reggiano, fatto che ha dato vita a un inchiesta condotta dai NAS di Parma e al sequestro di 2440 forme di formaggio.
Sostanzialmente, ricostruisce Favia, il formaggio simbolo del Made in Italy risulta contaminato da aflatossine a causa del latte proveniente da mucche alimentate con foraggi raccolti in terreni su cui era stata applicata la cura del digestato. Il digestato è un materiale derivato dalla digestione di sostanze organiche. Cosa è successo dunque? Come scrive sgonfia il biogas:
Tutto deriva dall’operazione di commercializzazione del mais contaminato da aflatossine attuata nel 2012 grazie all”interessamento’ molto irrituale dagli assessori all’agricoltura di Lombardia, Veneto, ed Emilia-Romagna. L’operazione che ha portato il mais contaminato dai magazzini ai biodigestori è stata probabilmente un passo falso senza basi legali. In ogni caso ha rappresentato un palese caso di ‘smaltimento’ di alimenti contaminati – che avrebbero dovuto uscire dal circuito alimentare – nelle centrali a biogas. D’ora in avanti comitati, cittadini, comuni sanno che le biogas sono un potenziale canale di smaltimento di ‘porcherie’. Ci si dovrebbe chiedere che cosa è stato poi dei digestati delle centrali che hanno utilizzato il mais contaminato. Per quanto i biogassisti sostengano che durante la digestione anaerobica le aflatossine sono degradate, essi (e i loro accoliti) omettono di ricordare che questa degradazione è solo parziale e che nel digestato le aflatossine ci sono ancora, eccome.
Giovanni Favia dunque è intervenuto beccandosi la minaccia di querela da parte del CIB. Nelle Marche con questo decreto hanno ottenuto la VIA, la Valutazione di impatto ambientale, che si presenta prima della costruzione di un impianto e non si ottiene dopo che lo stesso sia entrato in esercizio, circa 40 impianti a biogas. A evidenziare la situazione Patrizia Terzoni (M5S) che in una lettera inviata alla stampa scrive:
Da parlamentare marchigiana, conoscendo la situazione alquanto burrascosa che va avanti da tantissimo tempo sul mio territorio, ho fatto una risoluzione in Commissione Ambiente a carattere Nazionale, partendo appunto dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la Legge regionale n.3 della Regione Marche. Nella nostra risoluzione chiedevamo l’applicazione dell’articolo 120 della costituzione proprio per i problemi che tempo fa avevamo intravisto sulla mal applicazione della VIA (valutazione di impatto ambientale) di alcune Regioni. E con gli ultimi fatti successi nelle Marche viene confermata il nostro dubbio e la necessita di un intervento del Governo. Questa risoluzione ha avuto un percorso particolare in quanto è da ottobre che è iniziata la discussione, con continui pareri contrari del Governo e quindi rimandiamo sempre la votazione finale. Ma la cosa buffa è la risposta del Governo, che non dice che è sbagliata, ma che è <a href=" “>complicata l’applicazione dell’articolo 120 quindi il parere è contrario.
La scappatoia dunque è stata trovata.
Via | Pontiniaecologia, sgonfia il biogas
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