Categories: Animali

Arizona, morto operaio attaccato da 800mila api

Uno sciame di api proveniente da un alveare di circa 800mila esemplari ha attaccato quattro operai che stavano lavorando in un’area nel sud dell’Arizona: uno di loro è morto, un altro è rimasto gravemente ferito. Gli uomini stavano falciando l’erba nella casa di un novantenne, nella cittadina di Douglas, quando gli insetti sono emersi da un alveare situato nella soffitta e hanno attaccato il gruppo.

Sul luogo sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco. Uno dei quattro operai è stato condotto nell’ospedale più vicino ma non è sopravvissuto alle punture degli insetti:
un testimone ha detto che il suo viso e il suo collo erano coperti di api,

ha spiegato il capitano Ray Luzania, intervistato dal sito Tucson.com.

L’altro operaio gravemente ferito ha subito circa 100 punture e, dopo essere stato curato in ospedale, è stato rilasciato. Gli altri due lavoratori sono stati punti, ma hanno rifiutato i trattamenti sanitari, mentre un altro vicino di casa investito da parte dello sciame è stato condotto in ospedale.

Mario Novoa, capo dei Vigili del Fuoco di Douglas, ha detto a Usa Today che poiché non esistono molte api mellifere, in quella zona le api vengono trattate come le api “africanizzate” anche note come killer. Non è ancora chiaro che cosa abbia provocato le api e quanti esemplari dello sciame (come detto in precedenza all’incirca di 800mila esemplari) abbiano punto le vittime dell’attacco. Sono sufficienti piccoli rumori e vibrazioni per scatenare le api.

Questo tipo di attacchi è molto pericoloso: per chi è allergico bastano poche punture per patire uno shock anafilattico che può portare alla morte, ma decine e centinaia di punture possono portare al decesso anche un organismo non allergico al veleno. Anche per quanto riguarda le api “killer” si può ragionare in questi termini: non è il veleno in sé a uccidere, ma il numero di punture.

Via | Washington Post

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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