Children arrive wearing masks to protect them from pollution before performing at the groundbreaking ceremony for the new French International School in Beijing on October 19, 2014. French Foreign Minister Laurent Fabius attended the event and is on a two day visit to China. AFP PHOTO/Greg BAKER (Photo credit should read GREG BAKER/AFP/Getty Images)
I bambini delle scuole elementari come bioindicatori dell’inquinamento atmosferico. E’in sostanza questo il progetto Mapec-Life (Monitoraggio degli effetti dell’inquinamento atmosferico sui bambini a supporto delle politiche di sanità pubblica),finanziato dal programma LIFE+, il fondo per l’ambiente dell’Unione europea e che vede la partecipazione di cinque università quali Brescia, Lecce, Perugia, Pisa e Torino che analizzeranno i campioni biologici di 1000 bambini tra i 6 e gli 8 anni per misurare gli effetti dell’inquinamento atmosferico sui più giovani.
Il prelievo non è invasivo come spiega Annalaura Carducci, responsabile dell’unità di ricerca dell’ateneo pisano:
Ci limiteremo a strusciare lo spazzolino da denti sull’interno guancia e a prelevare piccole quantità di saliva.
Le analisi condotte dai biologi poi cercheranno i micronuclei, frammenti di DNA che trattengono tutta l’informazione genetica e che ci dicono cosa accade al nostro organismo, in questo caso a quello dei più piccoli, quando si respira aria inquinata. Nelle cellule si scoveranno le tracce di particolato fine (PM10 e PM 0.5), ossidi di azoto, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), nitroIPA e altri assieme a alcuni marcatori di effetto biologico precoce e ciò per scoprire gli eventuali danni al DNA. Danni, che viene rimarcato del tutto reversibili. Ricordo che l’OMS mette in guardia sullo smog perché cancerogeno.
Questi danni si producono anche spontaneamente, in assenza di esposizione a fattori nocivi e vengono continuamente riparati. La loro presenza, quindi è poco significativa per il singolo bambino e non implica un rischio di sviluppare malattie, ma la frequenza di questi effetti nell’intera popolazione è un segnale di quanto essa sia esposta ad un possibile danno e potrebbe essere predittiva dell’insorgenza di patologie croniche in età adulta.
Accanto ai test sui bambini sarà anche analizzata l’aria che respirano monitorata da centraline installate nei cortili delle scuole.
Spiega il prof. Silvano Monarca che con i docenti Massimo Moretti e Milena Villarini dell’Unità di Sanità Pubblica del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Perugia condurrà le ricerche:
Lo studio Mapec può essere considerato unico al mondo per il numero dei bambini coinvolti (oltre 1.000) e per i tipi di test sofisticati previsti, ma per essere condotta a termine avrà bisogno dell’adesione convinta dei genitori e dei bambini stessi, ai quali i ricercatori perugini si appellano per la donazione delle cellule della bocca, il cui studio è fondamentale per la riuscita della ricerca. I risultati saranno rigorosamente anonimi e verranno analizzati non singolarmente ma solo in maniera aggregata.
Via | Oggi Scienza
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