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Il Nobel Rubbia dice:”Rinnovabili troppo costose, meglio gli idrati di metano”

Carlo Rubbia, Nobel per la Fisica e Senatore, in audizione in Commissioni riunite Esteri e Ambiente di Camera e Senato su cambiamenti climatici e questione energetica, spiega che il clima sulla Terra è sempre cambiato e che non c’è da meravigliarsi. Aggiunge che per avere tutta l’energia di cui necessitiamo possiamo iniziare a sfruttare il metano. Il filmato dura appena 8 minuti e vale la pena di ascoltarlo dall’inizio sino alla fine perché smantella completamente la questione cambiamenti climatici e energie rinnovabili. In rete si hanno già le prime reazioni, innescate dal video di risposta di Carlo Martelli per il Movimento 5 stelle che però purtroppo dice che Rubbia è a favore dello shale gas, mentre nel filmato si sente una versione completamente diversa.

Le energie rinnovabili sono in una situazione estremamente difficile. Il gas naturale costa in America un quinto delle rinnovabili. Il gas naturale senza emissioni di CO2 si può ottenere prendendo le 4 parti di idrogeno e trasformando la parte carbone in grafite. Ci sono risorse assolutamente incredibili e non tanto dallo shale gas che è una soluzione a mio parere discutibile ma quanto dai clatrati.

Dunque Rubbia non è a favore del fracking per l’estrazione di shale gas e lo dice chiaramente ma punta a altro. Tant’è che chiede ai presenti, in quanti conoscano i clatrati. Ovviamente nessuno.

Gli idrati di metano o clatrati sono un po’ la bestia nera dei climatologi. Ne scriveva qualche tempo fa Petrolio, spiegando come questa immensa riserva di gas metano giace dormiente sotto il fondo degli Oceani. Ci auguriamo che resti li poiché se mai tutto questo metano dovesse venir fuori. Giusto per spiegare bene la loro pericolosità c’è da dire che sembra siano stati causa dell’estinzione del Permiano.

Commenta Giuseppe Onufrio direttore di Greenpeace Italia:

Sul clima dice una cosa incompleta: nel quinto rapporto si tratta anche il bilancio termico degli oceani che spiega il motivo per cui le temperature superficiali sono rimaste stabili o in leggero decremento; sullo shale gas non dice nulla sulle effettive riserve estraibili, ma dice che la tecnologia è discutibile; sui clatrati (idrati di metano) di cui ci sono ampie riserve nel fondo degli oceani, non si riesce ancora a estrarli per quanto ne so, in quando molecole instabili. Sono certo che il loro sfruttamento industriale non è ancora ritenuto fattibile. Come poi Rubbia pensi di usarlo a emissioni zero producendo grafite non l’ha detto, né se questo può farlo col metano ordinario.

Precisa Onufrio sui cambiamenti climatici a proposito dei dataset disponibili:

Il loro modello mostra che, alla superficie di continenti e mari, il tasso di riscaldamento è rallentato (ma non fermato, come riferito da Elena Dusi) da un maggior assorbimento di calore/energia nei primi 700 metri da parte degli oceani.

Noi vi raccontavamo lo scorso anno degli esperimenti del Giappone alla ricerca del metano offshore, ovvero dei clatrati e di come ENI, multinazionale nota per non essere esattamente dalla parte degli ambientalisti scrivesse:

Quello che è necessario evitare è che lo sfruttamento possa avvenire in modo irresponsabile: la liberazione di grandi quantità di metano potrebbe causare un aumento dell’effetto serra e, di conseguenza, un riscaldamento degli oceani. Inoltre i sedimenti delle scarpate continentali, in assenza di idrati, sarebbero costituiti da materiali incoerenti e instabili.

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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Marina Perotta

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