Per i pompieri australiani quelli scoppiati domenica 4 gennaio nel sud del Paese sono i peggiori incendi degli ultimi trent’anni, dall’apocalittico “mercoledì delle ceneri” che nel 1983 aveva raso al suolo migliaia di abitazioni e aveva fatto oltre 70 vittime.
La scintilla che ha scatenato questo incendio su vasta scala è stato un focvolaio su Mount Lofty Ranges venerdì scorso, una catena situata a est di Adelaide, il vento e le alte temperature (il gennaio australiano corrisponde al luglio boreale…) hanno fatto propagare le fiamme in tutte le direzioni. Le temperature si sono abbassate ieri, ma saliranno nuovamente mercoledì, una situazione che dovrebbe rendere maggiormente problematica l’estinzione di incendi ancora attivi.
Posso confermare che 12 case sono state distrutte e temiamo che altre 20 siano danneggiate e bruciate. Ciononostante le condizioni sono in fase di miglioramento grazie al lavoro dei pompieri. La temperatura si è abbassta e i mezzi di lotta aerea sono possibili. È importante perché bisogna che noi avanziamo per ridurre i fronti attivi,
ha detto il premier Jay Weatherhill.
Sono circa 11mila gli ettari andati in fiamme sulle colline di Adelaide, in una regione agricola che conta all’incirca 40mila abitanti. Un alto numero di gatti e cani è stato trovato morto nell’incendio che ha distrutto una pensione per animali.
Circa 800 i pompieri che sono stati mobilitati nelle operazioni di spegnimento, un vero e proprio “esercito” che dovrà farsi trovare pronto mercoledì 7 gennaio, quando le temperature torneranno a salire fino a 39° C. Due anni fa vaste zone della Tasmania erano state colpite da incendi.
Via | Le Monde
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