
SEAHOUSES, ENGLAND - JUNE 26: A Moon jellyfish swims beneath the waters of Inner Farne on June 26, 2011 at the Farne Islands, England. The Farne Islands, which are run by the National Trust, are situated two to three miles off the Northumberland coastline. The archipeligo of 16-28 separate islands (depending on the tide) make the summer home to approximately 100,000 pairs of breeding seabirds including around 36,000 Puffins, 32,000 Guillemots and 2,000 pairs of Arctic Terns. The species of birds which nest in internationally important numbers include Shag, Sandwich Tern and Arctic Tern. The coastline around The Farnes are also the breeding ground to one of Europe's largest Grey Seal colonies with around 4,000 adults giving birth to 1500 pups every year. (Photo by Dan Kitwood/Getty Images)
Sia su terra che in acqua, l’irruzione di specie animali aliene turba gli ecosistemi: in Italia se ne sono accorti gli agricoltori che si dedicano alla produzione del miele e dell’olio d’oliva che, nel corso del 2014, hanno dovuto far fronte all’arrivo di parassiti che hanno procurato problemi alle api, ma anche agli ulivi. Ma negli scorsi anni Ecoblog si è occupato anche dei numerosi problemi connessi all’invasione delle vongole aliene nel Lago Maggiore.
Ora l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura lancia l’allarme per il pericolo di un’invasione di specie aliene nel Mediterraneo connessa al raddoppio del Canale di Suez. Si tratta di un progetto da 8,2 miliardi di dollari che sarà completato già nel mese di aprile e costituirà un rinnovato pericolo per le acque del Mediterraneo che, in passato, hanno già ricevuto 600 specie aliene.
Secondo Piero Genovesi, presidente del gruppo specialistico sulle specie invasive dell’Iucn, il raddoppio del canale potrebbe portare al raddoppio delle specie aliene in arrivo. Per oltre un secolo dall’apertura (datata 1869) la salinità del Canale ha impedito il passaggio delle specie aliene dall’Oceano Indiano al Mediterraneo, successivamente questa barriera si è diluita ed è iniziata l’invasione.
Genovesi spiega che fra le specie che hanno già compiuto il “salto” ci sono
il Laocephalus scelleratusun, un pesce tossico che puo’ essere mortale per l’uomo, meduse, come la specie Rhopilema nomadica, che hanno provocato forti impatti nelle parte orientale del bacino del Mediterraneo, pesci predatori che fanno piazza pulita di altri inquilini del mare destinati alla pesca con una conseguente diminuzione delle derrate, pesci (vedi il Siganus luridus e Siganus rivulatus), che sostituiscono gli ‘autoctoni’ del Mediterraneo provocando una cambiamento ambientale significativo.
Il raddoppio del Canale di Suez dovrebbe entrare a regime in agosto con il conseguente raddoppio delle navi in transito che dovrebbero passare dalle odierne 49 alle 97 del 2023.
L’impatto sulla biodiversità potrebbe essere devastante incidendo su due economie, quella turistica e il polo ittico che tanti problemi sta già affrontando per l’impoverimento dei mari causato da dissennate politiche dell’attività pescatoria.
Cosa fare? Le soluzioni ci sono, misure di mitigazione possono essere intraprese, per esempio ricreando le barriere di salinità nel Canale oppure creando vere e proprie barriere fisiche al passaggio delle specie aliene.
L’Unione Europea ha tutto l’interesse a prevenire questo tipo di problematiche: dal 1° gennaio di quest’anno è entrato in vigore il regolamento sulle specie invasive a tutela della biodiversità. Soltanto nell’Ue le specie invasive hanno un costo economico superiore ai 12 miliardi di euro, mentre a livello globale sono la prima causa di estinzione di animali nel mondo.
Via | AdnKronos