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Morti in bicicletta: il weekend nero dei ciclisti in Italia

È stato un weekend da incubo per i ciclisti in Italia. In un periodo in cui il numero dei ciclisti è sensibilmente inferiore all’estate a causa del freddo ben tre ciclisti sono morti in tre diversi incidenti avvenuti in Puglia e il Piemonte. Franco Amati, 67 anni, ha perso la vita mentre si trovava in compagnia dell’amico Ugo Romano sulla strada fra Squinzano e Casalabate. Dopo un sorpasso pericoloso effettuato da Andrea Taurino a bordo di una Fiat 500 i due ciclisti avrebbero manifestato la propria ira all’automobilista che sarebbe tornato indietro e avrebbe travolto di proposito i due ciclisti. Nell’impatto con l’auto l’uomo sarebbe morto sul colpo. Ora il pregiudicato Taurino è stato arrestato e si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario.

Due gli incidenti mortali avvenuti a Torino. Nel primo, avvenuto sabato 23 gennaio un ciclista di 55 anni, Paolo Lorenzati, ha perso la vita in corso Sacco e Vanzetti, mentre stava pedalando verso corso Francia. A investire l’uomo è stato un giovane automobilista a bordo di un’Alfa 147.

Ieri sera, all’incrocio fra corso Dante e via Saluzzo a perdere la vita è stato Dai Shen Shu, un cinquantenne di origine cinese investito da un automobilista sessantenne alla guida di una Jeep Gran Cherokee. L’uomo era appena uscito di casa ed era diretto verso il quartiere Lingotto.

Per l’associazione Bike Pride Fiab Torino i due incidenti non sono frutto della casualità, ma conseguenza di una politica locale che, da alcuni anni, è ferma sui temi della ciclabilità. In una nota della associazione si legge che

“il Biciplan è fermo, le pedonalizzazioni e le zone 30 sono rimaste solo promesse non mantenute. Ma la morte non aspetta. Muoversi in bicicletta o a piedi a Torino significa rischiare la vita ogni giorno, nella totale indifferenza delle istituzioni”.

Secondo Giuseppe Piras, presidente dell’associazione Bike Pride Fiab Torino.

“ci sono stati gravissimi errori del passato che hanno trasformato le strade di questa città in un luogo inospitale per le persone”, inoltre “gli stessi errori vengono perpetrati nei nuovi progetti. Il solo obiettivo nella pianificazione di Torino è -da sempre- fluidificare il traffico privato e aumentare la velocità delle auto, anche a costo di avere qualche ‘effetto collaterale’, ma questi ‘effetti collaterali’ hanno un nome e un cognome, sono uomini, padri, fratelli, figli e amici, come Paolo Lorenzati e Dai Shen Shu”.

Bike Pride chiede che siano messe in atto strategie per prevenire episodi come quelli del weekend e che il tema della sicurezza non venga sollevato solamente – come accade ogni cinque anni – nei mesi che precedono l’elezione del sindaco e degli altri amministratori comunali. Perché è chiaro che da oggi a maggio, nelle settimane della fabbrica del consenso, si tornerà a parlare dei ciclisti e ai ciclisti, per poi dimenticare tutte le promesse fatte in campagna elettorale.

Nei cinque anni da sindaco di Piero Fassino la rete ciclabile di Torino è rimasta ferma e lo sviluppo del bike sharing è stato notevolmente inferiore alle aspettative. Anche l’integrazione intermodale con la metropolitana è rimasta una promessa.

Secondo i dati 2013 della Commissione Europea l’Italia è il terzo Paese in Europa per numero di morti in bicicletta: 249 in un anno rispetto ai 354 della Germania e ai 304 della Polonia. In Germania e Polonia, però, le percentuali di utenti in bicicletta sono del 12% e del 7%, mentre in Italia si muove in bici solamente il 6% della popolazione. In tal senso, quindi, la mortalità italiana è notevolmente superiore a quella dei principali Paesi europei.

Se in Germania sono stati fatti enormi progressi il merito è anche dei gruppi di pressioni che portano alla politica dei Lander le istanze di chi pedala: le due associazioni di ciclisti della Germania contano 200mila associati contro i 12mila della Fiab. Alcune settimane fa è stata inaugurata una superstrada per le biciclette che unisce alcune città del sud del Paese, un impegno più che concreto per andare verso la diminuzione della mortalità in bicicletta.

Mercoledì 27 gennaio, alle ore 13, i ciclisti torinesi si danno appuntamento di fronte a Palazzo Civico (Piazza Palazzo di Città, 1) “per ricordare all’Amministrazione i suoi doveri e le sue promesse”.

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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