A picture taken on April 10, 2011 shows the Russian LUKOIL ice-resistant fixed platform LSP-1, built at the Astrakhansky Korabel shipyard, intended to drill and operate wells and collect and pre-treat reservoir content at Korchagin's oil field in the Russian sector of the Caspian Sea some 180 km outside Astrakhan. The fields productivity of oil and gas condensate will peak at 2.3 million tonnes oil and 1.2 bcm gas per year. AFP PHOTO / MIKHAIL MORDASOV (Photo credit should read MIKHAIL MORDASOV/AFP/Getty Images)
[blogo-video id=”162121″ title=”Referendum No Triv, Greenpeace lancia la campagna del sì” content=”” provider=”askanews” image_url=”http://engine.mperience.net/cdn/static/img/tmnews/20160224_video_11555736.jpg” thumb_maxres=”0″ url=”20160224_video_11555736″ embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTYyMTIxJyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PHNjcmlwdCB0eXBlPSJ0ZXh0L2phdmFzY3JpcHQiIHNyYz0iaHR0cDovL2VuZ2luZS5tcGVyaWVuY2UubmV0L0VuZ2luZVdpZGdldC9zY3JpcHRzL3dpZGdldF8xIj48L3NjcmlwdD48ZGl2IGNsYXNzPSJtcGVfd2lkZ2V0IiBkYXRhLW1wZT0ndHlwZT1wbGF5ZXJ8YXBwSWQ9MTl8dGFyZ2V0SWQ9MjAxNjAyMjRfdmlkZW9fMTE1NTU3MzZ8cGxheWVyT3B0aW9ucz17ImF1dG9wbGF5Ijoibm9uZSIsImFkdlVSTCI6Imh0dHA6Ly9vYXMucG9wdWxpc2VuZ2FnZS5jb20vMi92aWRlby5ibG9nby5pdC9hc2thbmV3cy9wbGF5ZXJAeDUwIiwidXNlSW1hU0RLIjp0cnVlfSc+PC9kaXY+PHN0eWxlPiNtcC12aWRlb19jb250ZW50X18xNjIxMjF7cG9zaXRpb246IHJlbGF0aXZlO3BhZGRpbmctYm90dG9tOiA1Ni4yNSU7aGVpZ2h0OiAwICFpbXBvcnRhbnQ7b3ZlcmZsb3c6IGhpZGRlbjt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O30gI21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE2MjEyMSAuYnJpZCwgI21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE2MjEyMSBpZnJhbWUge3Bvc2l0aW9uOiBhYnNvbHV0ZSAhaW1wb3J0YW50O3RvcDogMCAhaW1wb3J0YW50OyBsZWZ0OiAwICFpbXBvcnRhbnQ7d2lkdGg6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDtoZWlnaHQ6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDt9PC9zdHlsZT48L2Rpdj4=”]
Mancano meno di due mesi al referendum anti-trivelle e ieri anche Greenpeace è scesa in campo con una manifestazione in Piazza Venezia, a Roma, per invitare gli italiani a votare al referendum sulle trivelle del prossimo 17 aprile.
“L’Italia non si trivella” è stato il mega striscione srotolato sul prato davanti all’Altare della Patria, dove sono state allestire una trentina di piccole trivelle. Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace ha sottolineato come
“estrarre il pochissimo gas, il pochissimo petrolio che ci sono sotto i nostri fondali avrebbe ricadute insignificanti per l’occupazione, le casse pubbliche, la bolletta energetica del paese. Ma sarebbe invece un rischio enorme, un danno per i nostri mari e con essi per la bellezza dell’Italia, per il turismo, la pesca, le comunità costiere”.
[related layout=”big” permalink=”https://ecoblog.lndo.site/post/162072/no-triv-chi-sono-che-cosa-chiedono”][/related]Sono nove le regioni italiane che hanno promosso il referendum del prossimo 17 aprile: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise.
Delle regioni italiane che si affacciano sul mare mancano all’appello solamente Sicilia, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Lazio.
È importante che gli italiani vadano a votare affinché possa essere raggiunto il quorum e, proprio per evitare che ciò avvenga, il Governo Renzi – da sempre a favore delle energie fossili – ha fatto in modo di separare il referendum dalle elezioni amministrative che si terranno in giugno. Una mossa non solo estremamente scorretta, ma anche anti-economica.
Sul suo sito Greenpeace invita tutti gli italiani a votare “sì” al referendum del 17 aprile, per respingere le trivelle e chiedere al governo un diverso futuro energetico.
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