[blogo-video id=”162895″ title=”Referendum: cosa ne pensano a Ravenna” content=”” provider=”askanews” image_url=”http://engine.mperience.net/cdn/static/img/tmnews/20160413_video_12321795.jpg” thumb_maxres=”0″ url=”20160413_video_12321795″ embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTYyODk1JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PHNjcmlwdCB0eXBlPSJ0ZXh0L2phdmFzY3JpcHQiIHNyYz0iaHR0cDovL2VuZ2luZS5tcGVyaWVuY2UubmV0L0VuZ2luZVdpZGdldC9zY3JpcHRzL3dpZGdldF8xIj48L3NjcmlwdD48ZGl2IGNsYXNzPSJtcGVfd2lkZ2V0IiBkYXRhLW1wZT0ndHlwZT1wbGF5ZXJ8YXBwSWQ9MTl8dGFyZ2V0SWQ9MjAxNjA0MTNfdmlkZW9fMTIzMjE3OTV8cGxheWVyT3B0aW9ucz17ImF1dG9wbGF5Ijoibm9uZSIsImFkdlVSTCI6Imh0dHA6Ly9vYXMucG9wdWxpc2VuZ2FnZS5jb20vMi92aWRlby5ibG9nby5pdC9hc2thbmV3cy9wbGF5ZXJAeDUwIiwidXNlSW1hU0RLIjp0cnVlfSc+PC9kaXY+PHN0eWxlPiNtcC12aWRlb19jb250ZW50X18xNjI4OTV7cG9zaXRpb246IHJlbGF0aXZlO3BhZGRpbmctYm90dG9tOiA1Ni4yNSU7aGVpZ2h0OiAwICFpbXBvcnRhbnQ7b3ZlcmZsb3c6IGhpZGRlbjt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O30gI21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE2Mjg5NSAuYnJpZCwgI21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE2Mjg5NSBpZnJhbWUge3Bvc2l0aW9uOiBhYnNvbHV0ZSAhaW1wb3J0YW50O3RvcDogMCAhaW1wb3J0YW50OyBsZWZ0OiAwICFpbXBvcnRhbnQ7d2lkdGg6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDtoZWlnaHQ6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDt9PC9zdHlsZT48L2Rpdj4=”]
Ambiente contro lavoro, ecologia contro occupazione, l’eterna diatriba fra profitto e salute si ripropone con l’imminente referendum cosiddetto “anti-trivelle” che chiamerà gli italiani alle urne domenica prossima.
Ravenna è un interessante paradigma che, in questi giorni, ricorda Taranto e Casale Monferrato città che, in contesti ben più drammatici, hanno dovuto compiere una scelta fra questi due poli, in tempi più o meno recenti.
A due chilometri dalla costa ravennate si trova la Angela Angelina, la struttura utilizzata dall’Eni per estrarre il gas, è un tangibile monito agli indecisi del quale l’attivista Pasquale Minichini evidenzia le conseguenze: “Tutti gli alberi sono morti. Questa non è altro che una depressione, parliamo di pini” spiega sottolineando come negli ultimi 20 anni il livello del terreno sia calato di circa 40 centimetri, molto probabilmente a causa dell’estrazione del gas.
Ma a Ravenna non ci sono soltanto i sostenitori del sì. Sul versante opposto ci sono quelli che voteranno no. Il sindacalista Massimo Marani spiega ad Askanews che
“Se non si avrà un risultato negativo per quanto riguarda il referendum e non si ripartirà con gli investimenti, avremo ulteriori ricadute dal punto di vista occupazionale. Si parla di altri 2.000-2.500 persone, solo nel distretto di Ravenna, entro l’anno”.
Secondo le stime di chi difende il no sono 6000 i posti di lavoro in gioco, addirittura 140mila se si guarda all’indotto, compresi i raccoglitori di cozze.
Secondo Greenpeace, però, in queste cozze e in quelle che vengono raccolte nei paraggi delle piattaforme offshore si trovano tracce di metalli pesanti e idrocarburi.
Di opinione ben diversa è Giovanni Fucci, presidente della cooperativa allevamento mitili in mare:
“Uno può essere a favore o contro le piattaforme, trovando motivazioni tecniche o di altro genere corrette. Questa è una cosa brutale, fatta in malo modo, senza supporto scientifico, quindi non dignitosa”.
Via | Askanews
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